Non c'è reato nel comportamento del calciatore dilettante Eugenio Maria Luppi, che il 17 novembre 2017 esultò facendo un saluto romano e mostrando una maglietta della Repubblica Sociale davanti alla gradinata del campo di Marzabotto, paese dell'eccidio nazifascista. Per la Procura di Bologna, che ha chiesto l'archiviazione poi disposta dal Gip, "nessun pericolo all'ordinamento democratico può essersi riscontrato". Luppi era indagato per apologia di fascismo. "Nonostante la diffusione delle immagini in rete e conseguente pubblicità al gesto, nessun pericolo all'ordinamento democratico può essersi riscontrato", si legge infatti nella richiesta di archiviazione del pm Michela Guidi, accolta dal giudice Franco Raffa. Secondo la Procura, che cita precedenti giurisprudenziali, quello di Luppi, è stato "un gesto isolato, di un giovane che non pare nemmeno avere avuto piena contezza del grave significato della simbologia esposta e che, lungi dal voler diffondere o rafforzare l'ideologia del disciolto partito fascista a danno dei valori democratici e costituzionali, si è poi scusato cercando, invece, l'incontro" con Franco Leoni Leutizi, "sopravvissuto alla strage di Marzabotto, che gli ha offerto la sua testimonianza a spiegazione della gravità del gesto mostrato". La stessa società del calciatore, il Futa 65 di Loiano, ricorda il pm, si è dissociata dal gesto, giungendo a sciogliere il contratto con lo stesso. Sul piano sportivo, Luppi aveva avuto otto mesi di squalifica dal tribunale federale territoriale. Ma sul fronte penale, "pur riconoscendo indubbia gravità alla simbologia esibita dal calciatore", osserva il pm, gli elementi acquisiti nelle indagini inducono a valutare insussistente il reato ipotizzato: sia quello di apologia di fascismo che di manifestazioni fasciste. Secondo il pm, inoltre, persona offesa del reato è solo lo Stato, mentre privati e soggetti pubblici diversi, come ad esempio il Comune di Marzabotto, oppure associazioni antifasciste possono solo rivestire la qualifica di soggetti danneggiati: per questo non sono stati avvisati della richiesta di archiviazione e non si sono potuti opporre.
Giacomo Kahn