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    Straordinario successo per Fauda, giunto alla terza serie

    Torna su Netflix la terza stagione di una delle serie tv Made in Israel più famose e più amate di sempre, stiamo parlando di Fauda, nata dalla mente di Lior Raz, che interpreta anche il protagonista Doron Kabilio, e di Avi Issacharoff. Il terzo capitolo dello show, dopo la messa in onda sulla rete israeliana Yes Oh a fine 2019, è finalmente disponibile nel catalogo del colosso statunitense dello streaming dal 16 aprile 2020.

    Altra stagione altro nemico da combattere. Dopo aver dato la caccia a “La Pantera”, spietato terrorista di Hamas, nella prima stagione e a Nidal al-Maqdasi, militante dello Stato Islamico che ha creato una cellula dell’ISIS nei territori palestinesi, nella seconda. Questa volta Doron e la sua unità dei Mista’arvim, reparto speciale dell’esercito israeliano che opera a Gaza ed in Cisgiordania, sono impegnati contro i vertici di Hamas intenti a creare il caos con dei commando ben addestrati.

    Doron è un’infiltrato nella comunità palestinese con il nome di Abu Fadi, allenatore di pugilato in una palestra dove ha stretto legami importanti, in particolare con il giovane Bashar, figlio di un ex terrorista intento a cambiare vita dopo la scarcerazione.

    L’identità di Doron viene però presto scoperta e il giovane Bashar viene considerato una spia degli israeliani. Così Bashar e suo padre, cercano un modo per riscattarsi agli occhi del capo dell’ala militare di Hamas, Abu Mohammed. Decidono di rapire due ragazzi israeliani per tenerli prigionieri a Gaza.

    Ciò porterà la squadra a infiltrarsi in uno dei luoghi più ostili al mondo, senza alcun supporto. Una missione quasi impossibile per Doron, Eli, Avihai, Nurit, Sagi e Steve, che comporterà dolorose perdite nonché nuovi e inaspettati nemici.

    Nonostante una struttura della storia pressoché identica in tutti e tre i capitoli di questa serie, Fauda riesce tuttavia a non deludere mai lo spettatore e con straordinaria abilità si riescono a creare nuove nemesi per il nostro Doron, sempre più tormentato da quella scia di morte che non lo abbandona mai, quasi fosse una maledizione.

    Fauda continua a rappresentare alla perfezione un mondo crudo, sanguinario e brutale, proprio per questo la rappresentazione della storia non avviene in maniera unilaterale, come ci si potrebbe aspettare, infatti il bene e il male in questo conflitto si intrecciano tra loro scontrandosi, dove c’è chi può provare empatia per gli antagonisti e dove puoi vedere allo stesso tempo Doron e la sua squadra, gli eroi di questa storia, essere spietati pur di salvare il proprio paese. Forse è proprio questa rappresentazione del conflitto che ha fatto sì che Fauda sia una delle serie più seguite su Netflix in Libano e in altri Paesi del Medio Oriente.

    Da menzionare un particolare di questa serie, il linguaggio. È straordinario l’uso della lingua araba, imparata da gran parte del cast per l’occasione e parlata alla perfezione. Come nel caso del mitico Capitano Ayub, interpretato da Itzik Cohen, che sembra parlare da sempre l’arabo, mentre in realtà prima di Fauda non ne conosceva neanche una parola.

    La serie, come annunciato durante la premiere dal suo co-creatore Avi Issacharoff, è già stata rinnovata per una quarta stagione.

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