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SPECIALE PESACH 5784

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    Thailandia: tutti salvi dopo 18 giorni in grotta

    Con l’emergere
    dalla grotta di Tham Luang dell’ultimo baby-calciatore (tutti in età compresa
    tra gli 11 e i 16 anni) e poi anche del loro allenatore 25enne, si è conclusa l’operazione
    di salvataggio che ha tenuto il mondo con il fiato sospeso e ha suscitato una
    mobilitazione internazionale probabilmente decisiva per il buon esito dei
    soccorsi. Una avventura durata 18 giorni.

    SABATO 23
    GIUGNO – Il gruppo entra in una grotta al termine di un allenamento. Vogliono
    incidere i loro nomi sulle pareti. All’esterno, pero’, inizia a piovere in
    maniera battente e, per sfuggire all’acqua che inonda i canali interni, il
    gruppo si addentra sempre piu’ nella grotta. Trascorsa la notte, i genitori
    lanciano l’allarme.

    DOMENICA 24
    GIUGNO – Cominciano le ricerche e, dopo aver trovato le biciclette e le scarpe
    vicino all’entrata del complesso di grotte di Tham Luang, li’ si concentrano
    le  ricerche.      

    LUNEDI’ 25
    GIUGNO – I Navy Seal thailandesi si immergono nelle acque che hanno invaso la
    caverna, mentre all’ingresso esterno si radunano i genitori: pregano e fanno
    offerte votive. Le piogge monsoniche ostacolano le ricerche.       

    MERCOLEDI’
    27 GIUGNO – Alle ricerche si uniscono 30 militari americani del comando Usa del
    Pacifico e tre sub super-esperti britannici.       DOMENICA 1 LUGLIO – Viene creata una
    base operativa nella ‘camera tre’ interna alla grotta: e’ a meta’ del percorso
    e viene attrezzata con bombole di ossigeno e viveri.      

    LUNEDI’ 2
    LUGLIO – E’ il giorno del miracolo: i ragazzi vengono trovati vivi dai
    sommozzatori britannici 400 metri oltre Pattaya Beach.     

    MARTEDI’ 3
    LUGLIO – I ragazzi vengono rifocillati con cibo altamente proteico, visitati da
    un medico e curati per lievi escoriazioni. Ma ora bisogna trarli fuori e le
    autorita’ allertano: rischiano di dover restare nella grotta per mesi. 

    MERCOLEDI’ 4
    LUGLIO – I ragazzi, che non sanno nuotare, cominciano a prendere dimestichezza
    con maschere da sub e attrezzature per la respirazione subacquea. Nel frattempo
    l’acqua all’interno della galleria viene estratta senza sosta da pompe
    drenanti.     

    VENERDI’ 6
    LUGLIO – Un sommozzatore thailandese volontario, il 38enne Salman Kunan, muore
    asfissiato mentre piazza le bombole di ossigeno che dovranno ‘punteggiare’ il
    percorso per portare fuori i ragazzi. L’ossigeno nella galleria e’ calato drasticamente:
    per le autorita’ c’e’ una finestra di soli 3-4 giorni per il salvataggio.     

    SABATO 7
    LUGLIO – I ragazzi scrivono ai genitori, “non preoccupatevi”. Scrive
    loro anche l’allenatore e chiede scusa.     

    DOMENICA 8
    LUGLIO – Prende il via l’operazione di salvataggio: i ragazzi devono percorrere
    oltre 3 chilometri molto accidentati, in parte camminando e in parte nuotando,
    e  devono anche attraversare uno stretto
    cunicolo sott’acqua in cui passa a stento una persona. Dopo 11 ore di attesa,
    spunta alla luce il primo ragazzino: il mondo tira un sospiro di sollievo. E’
    il segno che anche gli altri ce la possono fare. A fine giornata, mentre cala
    il buio, sono quattro i ragazzi 
    usciti.      

    LUNEDI’ 9
    LUGLIO – Escono altri quattro ragazzini. Tutti vengono ricoverati ospedale in
    isolamento. I genitori li possono vedere solo a distanza nel timore di
    infezioni.      

    MARTEDI’ 10
    LUGLIO – L’incubo e’ finito: tutti e 12 i ragazzini e il loro allenatore sono
    fuori dalla caverna. Rimarranno in ospedale una settimana per i controlli, ma
    sono in buone condizioni fisiche e mentali.
     

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