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    Una giusta via mediana

    Nell’interessante intervista del Direttore Ariela Piattelli al Rabbino Capo di Roma Riccardo Di Segni, il Rav ha espresso come sempre con estrema chiarezza la posizione dell’ebraismo riguardo al delicato tema dell’aborto, tornato ad essere di strettissima attualità dopo la quantomeno controversa sentenza della Corte Suprema americana della scorsa settimana. 

    La posizione indicata è quella di una via mediana che indica soprattutto la tutela della vita e della salute mentale e fisica della donna in gravidanza. È ovvio e legittimo che dal punto di vista religioso e teologico il feto venga considerato sacro come ogni vita umana, ma allo stesso tempo domande di carattere medico e morale l’ebraismo, come sottolineato da Rav Di Segni, se le pone, e con un approccio estremamente cauto e garante dei diritti della donna, oltre che del nascituro.

    Prova ne è, per esempio, la possibilità nella legge ebraica di sottoporre il feto  nella procreazione assistita ad una diagnosi preimpianto cosa che la legge dello stato proibisce. Non tutto è permesso nella legge ebraica e non tutto è proibito, secondo una giusta via mediana dettata da buon senso e rispetto per l’essere umano.

    Allo stesso tempo  la domanda che pone il Rav al termine dell’intervista quando si chiede nel caso di una donna incinta vittima di violenza sessuale chi sia l’indifeso è illuminante e porta a riflessioni amare riguardo alla sentenza americana per molti versi scellerata. Proprio la violenza subita da queste donne dovrebbe spingere il legislatore a garantirne i diritti senza dubbio alcuno e non imponendo altra violenza costringendole a portare avanti gravidanze avvenute in maniera così odiosa.

    Non si può non essere d’accordo con la senatrice Emma Bonino quando dice che bisogna essere molto attenti nel considerare alcuni diritti inalienabili e dati per scontati, perché basta abbassare la guardia ed in poco tempo vengono vanificati risultati ottenuti con anni di battaglie civili. Questo insegna che ogni giorno si deve lavorare per rivendicarli e difenderli.

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