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    ‘Or Lamishpahot’: per aiutare i genitori a superare il dolore dei figli morti

    Per il quarto anno consecutivo la Comunità ebraica di Roma sta
    accogliendo in queste ore, nei giorni che precedono e seguono la festa di Purim
    (la più allegra delle ricorrenze), un gruppo di quasi un centinaio di
    israeliani membri dell’associazione ‘Or Lamishpahot’. Già dal nome (Luce per le
    famiglie) si capisce che non si tratta di normali turisti: sono tutti genitori
    che hanno perso i loro figli durante lo svolgimento del servizio militare in
    Israele

    Or Lamishpahot – organizzazione non-profit – è stata creata
    per aiutare questi genitori a superare il dolore ed a tornare ad una vita
    attiva e produttiva. L’obbiettivo dell’Associazione è quello di aiutare questi
    genitori nel momento del dolore e di piantare il seme della speranza e
    dell’ottimismo, motivandoli a scegliere la vita. In questi anni sono oltre 1000
    le famiglie che hanno partecipato agli eventi organizzati da Or Lamishpahot ed
    il numero dei partecipanti aumenta di anno in anno.

    Grazie alla generosità degli ebrei romani e della Comunità –
    in particolare alla dedizione di Riccardo Pacifici e Lello Mieli – questi genitori
    verranno accolti per pochi giorni. Andranno alla scoperta delle belle di Roma e
    dell’Italia Centrale, incontreranno le comunità ebraiche, visiteranno le
    sinagoghe e celebreranno insieme la festa di Purim.

    Tra canti, discorsi e dimostrazioni d’affetto il loro tour
    per l’Italia prenderà avvio ufficialmente questa sera al Tempio Maggiore di
    Roma, in una cerimonia che unirà gioia e rimpianto, risate e tante lacrime. “La
    tristezza per questi genitori – ha spiegato Riccardo Pacifici – aumenta
    soprattutto durante le feste, lo shabbat, i Moadim. Per questa ragione abbiamo
    deciso di ospitarli a Purim, che in termini di allegria è davvero la festa
    delle feste”.

    A seguire lungo tutto il periodo di ‘vacanze’ italiane i
    genitori di Or Lamishpahot, vi è un team di volontari che si è occupato della
    logistica, i ristoranti ed i fast food kasher che hanno offerto il cibo, e
    l’aiuto in diversi ambiti: dall’accoglienza, alla sicurezza, ai trasporti.

     

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