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    È scomparso Dario Tedeschi, l’avvocato cacciatore di libri

    “Il cacciatore di libri è un signore dai capelli bianchi, gli occhi azzurri e i modi gentili. La sua missione non è usuale: insegue una biblioteca che è scomparsa da sessant’anni. Dario Tedeschi, avvocato romano, presidente di una commissione mista Stato-Comunità ebraica, sa che l’impresa è difficile. Ma non demorde. «Quella biblioteca non può essere svanita nel nulla»”: con queste parole veniva descritto qualche anno fa sul quotidiano la Stampa l’avvocato Dario Tedeschi mancato oggi all’affetto dei suoi cari. L’articolo si riferiva ad uno dei molti incarichi ufficiali che ha ricoperto per l’ebraismo italiano e romano. In quel caso si trattava della “Commissione per il recupero del patrimonio bibliografico della comunità ebraica di Roma”, la biblioteca – settemila volumi – trafugata dai nazisti alla Comunità ebraica insieme a quella del Collegio rabbinico italiano nell’autunno del 1943.

    Nato nel 1929 Dario Tedeschi era una persone mite e autorevole, giurista di razza, che ha offerto il proprio contributo di lavoro, pazienza e sapienza per decenni alle istituzioni dell’ebraismo italiano: nelle vicende importanti e pubbliche e nella gestione quotidiana. Consigliere dell’Unione delle comunità ebraiche quando ancora si chiamavano israelitiche, vice presidente con la presidenza Zevi, consigliere per gli affari legali dell’Ucei, e membro della Commissione che negoziò l’Intesa con lo Stato Italiano da cui nacque la legge 101 del 1989: da allora gli ebrei sono liberi, integrati, con il diritto di rispettare le tradizioni e i precetti. Non più seguaci di un “culto ammesso”, ma uguali a tutti gli altri.

    Tra i suoi incarichi ufficiali la partecipazione alla Commissione presieduta dall’onorevole Tina Anselmi, il cui nome per esteso era “Commissione per la ricostruzione delle vicende che hanno caratterizzato in Italia le attività di acquisizione dei beni dei cittadini ebrei da parte di organismi pubblici e privati” iniziate con le leggi razziali del ’38 e i cui lavori si sono conclusi con un rapporto generale nell’aprile del 2001 dopo anni di indagini intense incontrando non poche resistenze.

    E ancora nel 1997 la partecipazione alla Commissione nominata da Carlo Azeglio Ciampi quando era Ministro del Tesoro per la verifica e la restituzione dei beni alla Comunità ebraica di Trieste.

    Con la sua morte viene a mancare una figura storica dell’ebraismo italiano. Alla famiglia la vicinanza della Redazione di Shalom. Che il suo ricordo sia in benedizione.  

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