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    È scomparso Sergio Frassineti, presidente della Comunità tra il 1989 e il 1993

    È venuto a mancare questa notte l’ingegnere Sergio Frassineti, personaggio di spicco e di grande spessore morale che ha rappresentato ai più alti livelli la Comunità ebraica di Roma, dalla metà degli anni ‘70 fino alla metà degli anni ‘90 – in qualità prima di consigliere, poi da presidente (dal 1989 al 1993).

    “Se ne va un altro pezzo della storia della Comunità ebraica di Roma – ha spiegato il presidente Ruth Dureghello – , protagonista di due eventi fondamentai della nostra crescita e del nostro percorso: la visita di Papa Giovanni Paolo II alla sinagoga e il rapporto costante con lo Stato di Israele. Due temi che sono ancora di grande attualità nel percorso del dialogo da una parte e nel rapporto con lo Stato ebraico a cui la Comunità ebraica è fortemente legato. Frassineti è stata una persona degna, seria, ricca di valori che ha saputo portare sia nella sua attività professionale che come ebreo al servizio della collettività ebraica romana”.

    Stretto collaboratore del rabbino capo di Roma Elio Toaff z.l., Frassineti partecipò in prima persona agli incontri preparatori che portarono nel 1986 alla storica prima visita di un pontefice, papa Giovanni Paolo II, nella Sinagoga Maggiore di Roma. “Fu un incontro molto solenne – ebbe a dire in una intervista a Jonatan Della Rocca per Memorie Ebraiche – preceduto da alcune prove per risolvere aspetti tecnici e di protocollo. In particolare adottammo uno stratagemma per far in modo che l’ingresso del papa in sinagoga coincidesse con l’inizio del brano musicale e del coro”.

    Frassineti fu il primo presidente ad invitare l’ambasciatore israeliano a Roma – all’epoca era Avi Pazner – a partecipare ai lavori del Consiglio della Comunità, nel rispetto delle proprie diverse competenze, ma nella consapevolezza  “che il popolo ebraico è uno solo, quello che vive in Israele è quello che vive fuori da Israele”.

    “Come Comunità siamo diventati – spiegò – un punto di riferimento non solo per la società italiana, ma anche per la politica internazionale “.

    La sua presidenza fu segnata dal risorgere di un rinnovato antisemitismo sia nazionale che europeo, che si manifestò in Francia con la profanazione del cimitero ebraico di Carpentras. “A seguito di quell’orribile gesto – ebbe a ricordare Frassineti – il capo dello Stato dell’epoca Francesco Cossiga chiese in senso di solidarietà di partecipare ad un evento religioso che avevamo organizzato, e venne accompagnato dai maggiori rappresentanti dei diversi partiti e da alcuni ministri. Fu un gesto che ci riempì di gioia”.

    “Frassineti – lo ricorda Gianni Ascarelli, attuale consigliere della comunità è che fu Assessore alle scuole sotto la presidenza di Frassineti – fu un presidente straordinario: qualunque problema sorgesse ci convocava, condividendo sempre decisioni e scelte. Il suo metodo di lavoro rispecchiava il suo stile umano e professionale, un professionista affermato di straordinaria elevatura. Il suo metodo di lavoro riportato all’interno della Comunità ci dette il senso di appartenere tutti ad una grande famiglia “.


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