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    "Insieme ai giovani” parla l’assessore ai giovani della Comunità Ebraica di Roma Raffy Rubin

    La pandemia ha creato una situazione molto difficile da gestire, soprattutto per quanto riguarda l’Assessorato che rappresento ovvero quello dei giovani.

    Potrei soffermarmi ore a parlare di tutte le cose che avevamo in mente e che non abbiamo potuto mettere in pratica, ma sicuramente non ci siamo abbattuti ed abbiamo cercato, con tutte le limitazioni del caso, di tenere i nostri ragazzi presenti all’interno della CER.

     

    Il nostro Dipartimento Educativo, che coinvolge bambini dai 4/5 ai 18 anni, ha svolto un lavoro eccezionale: è riuscito a creare delle attività in modalità ZOOM, che ha visto un’ottima partecipazione, e ad organizzare corsi di Talmud Torah, di Bar/Bat Mitzvah e scuola madrihim a distanza. Era una sfida veramente difficile, resa possibile grazie ad un ottimo lavoro di squadra da parte dei ragazzi del Dipartimento. 

    Siamo anche riusciti, rispettando tutte le regole, a svolgere alcune attività in presenza con piccoli gruppi, soprattutto per le festività (Rosh Hashanà, Kippur, Sukkot, Chanukka, Tu Bishvat e Purim).

    La parte più difficile è stata organizzare il centro invernale avviato a dicembre, realizzato totalmente su ZOOM, creando una vera e propria aula virtuale, dove i ragazzi hanno avuto a disposizione la nostra collaborazione per l’aiuto compiti. Abbiamo inoltre avviato delle sessioni di confronto e ragionamento studiando il PIRKE AVOT.

     

    Quest’anno ha visto anche l’inserimento dei nuovi shlihim di Benè Akiva’ e Hashomer Hatzair (Rafael e Sarah), a cui vanno i miei sentitissimi auguri ed in bocca a lupo.

    Si sono inseriti nella nostra comunità nel momento peggiore: non sono mancati momenti di sconforto da parte loro per l’impossibilità di aprire gli snifim e di organizzare i campeggi.

    Benè Akivà, Hashomer Hatzair e Eli Hay hanno mostrato tanta flessibilità, riuscendo a trasferire i messaggi dei movimenti tramite attività sui social ed a distanza.

     

    Poco dopo la mia nomina ho voluto fortemente creare un comparto che seguisse le attività dei ragazzi più grandi (19-38 anni) ed ho realizzato nel dicembre 2019 JEWLEAD, grazie all’aiuto di 15 ragazzi volontari, che sono tuttora la spina dorsale di JEWLEAD. L’obiettivo era chiaro: creare un contenitore eterogeneo al fine di aggregare il maggior numero possibile di ragazzi ebrei NESSUNO ESCLUSO.

    Siamo riusciti sin da subito ad aggregare tantissimi ragazzi. Il nostro primo evento doveva essere una gran festa per Purim, dove eravamo arrivati a 500 iscritti, evento che abbiamo dovuto annullare pochi giorni prima.

    Nonostante la pandemia JEWLEAD non si è fermata ed ha sfornato progetti come JEWSTREAM (appuntamenti settimanali di dirette su facebook e instagram), JEWMUSIC (playlist musicali su Spotify).

     

    JEWLEAD ha trovato anche il modo per aiutare il prossimo con iniziative benefiche come GOAL19 (raccolta fondi donati alle terapie intensive dell’Ospedale San Camillo di Roma) e il servizio di baby-sitting gratuito alle famiglie della CER in difficoltà.

    È stato anche creato JEWJOB, un servizio che permette di matchare chi cerca/offre lavoro della nostra comunità.

    Abbiamo lavorato molto sui social (facebook ed instagram 1000 follower) con le nostre pillole di DPCM ed il “meme del venerdì”.

    Siamo riusciti ad organizzare anche qualche evento in presenza, come il torneo di Padel con la partecipazione di circa 50 persone e l’aperitivo al Maxxi con circa 120 persone.

    Per ricordare la Shoah, JEWLEAD ha promosso il progetto “La memoria si rinnova”, grazie al quale abbiamo dato voce ai nipoti dei deportati, cercando di proporre una lettura differente ovvero come i giovani di oggi devono portare avanti questa eredità.

     

    Mi auguro di poter tornare ad organizzare l’Assessorato in una modalità più confortevole, perché trovarsi in emergenza è molto stancante e soprattutto rischia di togliere entusiasmo.

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