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    Ebraismo e altruismo: al Bet Michael i novant’anni di Lello Anav

    Nel cortile del tempio Bet Michael si sono svolti i festeggiamenti per il compleanno di Lello Anav, novant’anni ed una vita dedicata all’attivismo comunitario, all’assistenza del prossimo ed al grande amore per Israele. Nato a Roma nel 1932, dopo essere sfuggito alle deportazioni nazifasciste, Lello si dedica all’attivismo giovanile ebraico per risollevare una Comunità profondamente colpita dalla guerra. Ha ricoperto numerosi incarichi come segretario della FGEI, presidente del Keren Kayesod Roma, membro del Bnei Berit, consigliere della Comunità. Ruoli che gli hanno permesso di adempiere al principio ebraico del Tikkun Olam: la riparazione delle ingiustizie nel mondo. Con lo stesso spirito, è stato tra coloro che hanno accolto gli ebrei libici fuggiti dal pogrom del 1967.

    «Sin da giovane ho sempre pensato che il nostro ebraismo vada manifestato: interiormente, rispettando le Mitzvot, e all’esterno» racconta Lello a Shalom. Perciò, una volta divenuto ingegnere, decide di non far lavorare gli operai in cantiere di Shabbat, e nel 1960 sposa Alba Portaleone.

    Molto impegnato nella Deputazione ebraica, di cui è stato consigliere e presidente, Lello ha fondato il “Comitato Lavoro” (poi divenuto Cooperativa Avodà): un dipartimento che raccoglieva offerte e domande di impiego. «Ha sempre creduto che per aiutare una persona economicamente in difficoltà non fosse solo necessario fornire soldi, ma l’opportunità di un lavoro» spiega la nuora, Franca Formiggini. 

    Oggi Lello studia Talmud, e dopo molti obiettivi raggiunti desidera inseguirne tanti altri ancora. In particolare, vuole stimolare le generazioni future a dedicarsi all’assistenza del prossimo. «C’è sempre bisogno dell’attivismo dei giovani, che sono la vita e la speranza di una comunità».

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