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    In ricordo della Morà Rossana Efrati Sonnino, molto più di un’insegnante

    Un punto di riferimento per i suoi alunni e una persona stimata da tutti i colleghi. La Morà Rossana Efrati Sonnino, scomparsa lo scorso 30 dicembre, è stata molto più di un’insegnante: ha sempre offerto supporto e affetto ai suoi studenti, oltre ad aver formato diverse generazioni di insegnanti.

     

    Diventata Morà a soli diciotto anni, Rossana ha insegnato alla scuola elementare Vittorio Polacco; il mondo della scuola è sempre stato parte della sua vita: sua madre Letizia Tagliacozzo infatti era la direttrice degli asili.

     

    “Quando mia madre ha preso la sua prima classe come supplente, le sono capitati ragazzi grandi di dieci anni – racconta Daniela Sonnino, figlia della Morà Rossana – Aveva moltissimi alunni: non c’erano le classi di adesso composte da sedici ragazzi, ma erano molto più numerose, anche con quaranta studenti”.

     

    Tra i suoi allievi, ci sono state alcune ragazze che hanno voluto seguire le orme della loro Morà e nel corso degli anni sono diventate insegnanti e qualcuna anche direttrice, come nel caso di Patrizia Tedeschi e Judith Di Porto, che fu allieva della Morà Rossana, quando le classi erano ancora divise tra maschi e femmine. È proprio l’ex direttrice degli asili a dedicare un ricordo alla sua Morà e alle sue colleghe sui social:

     

    Le ho amate quando ero piccola. Ho mantenuto una grande stima per loro quando mi sono avvicinata alla scuola come insegnante, perché ho tenuto sempre a mente i loro insegnamenti e le loro personalità, il modo di trasmettere i contenuti, di gestire i sentimenti dei bambini con attenzione e delicatezza”.

     

    “Quando mi sono trasferita da Bologna a Roma la mia vita è cambiata del tutto: avevo lasciato le mie insegnanti, i miei compagni, la danza classica. Per me era una situazione difficile. Ho ricominciato a vivere proprio grazie alla personalità della Morà Rossana – racconta Judith Di Porto – Con lei ho ripreso l’amore per lo studio e da quel momento non mi sono più fermata. Era il mio punto di riferimento: in classe creava un’atmosfera serena. Era dolce e ferma allo stesso tempo. I suoi insegnamenti mi sono tornati utili quando ho iniziato a insegnare. Siamo state colleghe e quando mi incontrava a scuola mi diceva “dammi del tu”, ma io non ci riuscivo perché l’affetto e il rispetto che avevo per lei erano grandi”.

     

    L’amore per il suo lavoro andava oltre la semplice lezione in classe: insieme alla Morà Emma Hassan e ad Alberto Pavoncello aveva ideato un metodo matematico per verificare il risultato delle divisioni. Non il classico insegnamento tradizionale, il suo era un sistema che aiutava i ragazzi a proseguire il loro percorso alle scuole superiori.

     

    “Quando io sono entrata a scuola Rossana già insegnava e l’ho sempre apprezzata. Poi è diventata la Morà di mia figlia Sabrina e da allora il nostro rapporto si è intensificato – racconta Anna Coen, che è stata collega della Morà Rossana – di lei ricordo la sua capacità di essere Morà ma anche mamma: era comprensiva e moderna, ma sempre professionale. Lavorava con grande precisione. Perciò l’ho apprezzata non solo come collega e amica, ma anche da mamma”.

     

    Una figura materna, che ha però sempre tenuto a mente il suo ruolo di docente, anche quando in classe aveva un parente:

     

    “Tra gli alunni che sono passati per le sue classi, mia madre ha avuto anche i suoi cugini e il suo stesso nipote, ma non ha mai riservato trattamenti di favore, perché doveva dare l’esempio – spiega ancora Daniela – Mia nonna, la direttrice Letizia Tagliacozzo era a scuola in tempo di guerra e ha sempre cercato di fare del bene, offrendo ai bambini e alle loro famiglie cibo e ciò di cui avevano bisogno. Lei e mia madre erano due persone molto rispettate”.

     

    È andata in pensione a quarantacinque anni, visto che aveva iniziato a lavorare molto presto: un grande dispiacere per lei che amava moltissimo la scuola, ma anche per i suoi alunni e le sue colleghe.

     

    “Una delle soddisfazioni più grandi per lei è stata vedere alcune sue alunne diventare colleghe. Ha visto Patrizia Tedeschi e Judith Di Porto entrare a scuola a lavorare con lei e naturalmente le chiedevano consigli e si confrontavano” conclude Daniela.

     

    La scomparsa della Morà Rossana ha rappresentato un grande dolore non solo per la sua famiglia, ma anche per tutti i suoi ex colleghi e alunni, che hanno riempito le bacheche e i gruppi Facebook con vecchie foto di classe, che la Morà teneva ben riposte nel suo cassetto in ordine cronologico, e commenti in ricordo di colei che non è stata solo una semplice insegnante, ma una mamma, un’amica. Semplicemente “Morà Rossana”.

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