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    Israele sotto attacco: in piazza il sostegno della Comunità di Roma e della politica italiana

    Sono arrivati in migliaia tra via Catalana e via del Portico d’Ottavia, nel cuore del quartiere ebraico. Un unico obiettivo: sottolineare il proprio sostegno allo Stato d’Israele, vittima da giorni dei ripetuti lanci di missili da Gaza, che hanno provocato già 6 vittime, centinaia di feriti e una situazione di continua tensione, con la gente costretta a rifugiarsi nei bunker. La manifestazione, organizzata in poche ore dalla Comunità Ebraica di Roma, ha riscosso numerose adesioni di tanti iscritti preoccupati da quanto sta avvenendo alla popolazione di tante città israeliane. Bandiere d’Israele al vento o sulle spalle sono stati i principali simboli della solidarietà espressa dai presenti.

    Ad aprire la manifestazione, l’assordante suono della sirena, che ha scosso le coscienze di tutti i presenti. Un suono che richiama il senso di angoscia provato da tutti gli israeliani in queste ore sotto la minaccia dei terroristi di Hamas, ma che molte città del Sud come Sderot o Ashkelon conoscono bene da anni.

    “Sono ore terribili, segnate dall’odio di chi vuole la distruzione di uno Stato e della libertà – ha sottolineato la Presidente CER Ruth Dureghello – Israele investe sulla vita, lo dimostrano la lotta al Covid di questi mesi e gli accordi di Abramo della scorsa estate, stretti con Paesi che fino a poco tempo prima ne volevano la distruzione”. Rivolgendosi ai numerosi politici presenti, Dureghello ha evocato le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per la “costruzione del futuro: bisogna stare dalla parte della pace e della vita. in questo momento viene messo in discussione il diritto degli ebrei di esistere”.

    “La manifestazione di questa sera non è solamente a favore e a supporto di Israele e della sua popolazione – ha dichiarato il Vice Presidente della Comunità Ruben Della Rocca – ma soprattutto per la democrazia e i valori occidentali che lo stato ebraico rappresenta”.

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    Sul palco si sono poi avvicendanti i rappresentanti di tutti i partiti dell’arco costituzionale che hanno fatto sentire la loro vicinanza a Israele e al popolo ebraico.

    “Essere qui oggi è per me un dovere in quanto uomo: chi tocca Israele tocca ognuno di noi” ha dichiarato Matteo Salvini. 

    “Questo non è il momento della retorica, ma della condivisione. Abbiamo tutti negli occhi delle immagini tremende. Oggi siamo tutti a Tel Aviv e a Gerusalemme per soccorrere civili e soldati colpiti da un terrorismo che rifiutiamo” ha affermato Enrico Letta.

    “Stare con Israele è stare con la pace, con la civiltà, con la democrazia” gli ha fatto eco Antonio Tajani, evocando poi il sogno di Marco Pannella e di Silvio Berlusconi, ossia che Israele entri a far parte dell’UE.

    “Israele condivide i valori della nostra patria: combatte una battaglia per la pace, contro un nemico che è l’integralismo islamico” ha aggiunto Francesco Lollobrigida.

    “Dobbiamo stare uniti per la sicurezza della popolazione civile” ha evidenziato Andrea Cioffi.

    “La parola che impedisce la pace è ‘equidistanza’, perché democrazia e terrorismo sono profondamente differenti. Hamas è un interlocutore inaccettabile. La nostra missione è spiegare i profondi valori culturali e democratici del sionismo” ha sottolineato Carlo Calenda.

    “Roma e Gerusalemme, due capitali, sono due città gemelle. Per questo da qui deve partire il messaggio che Israele ha il dovere di esistere, essendo l’unica oasi di democrazia dell’area” ha rimarcato Maria Elena Boschi.

    “Israele è la mia civiltà, la mia storia, il mio essere. È un pezzo di vera democrazia conquistata con i sacrifici” ha aggiunto Giovanni Toti.

    Prima di chiudere, vi sono le parole della Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni: “Parlare di pace è troppo facile, quello che auguro per le prossime ore è serenità, che è la cosa che più sta mancando in queste ore agli israeliani, costretti a rifugiarsi per non essere colpiti dai missili”.

    Il Rabbino Capo Riccardo Di Segni ha raccolto l’attenzione di tutti con la lettura del salmo 120: un inno alla pace, volto a condannare il terrorismo e a difendere i valori più autentici dello Stato d’Israele e dell’ebraismo.

    Prima di lasciare la piazza, i presenti si sono raccolti nel canto corale dell’hatiqwa, la speranza, l’inno d’Israele: i volti commossi e gli animi scossi da queste ore di angoscia e dolore per i propri cari in Israele hanno trovato una solidarietà che ha permesso di recuperare fiducia nel futuro e hanno dimostrato una volta di più l’unità del popolo ebraico.

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