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    La Comunità di Roma ricorda la deportazione del 16 ottobre insieme alle istituzioni

    16 ottobre 1943. 1022 tra uomini, donne, bambini della Comunità Ebraica di Roma vengono rastrellati in tutta la città per essere deportati dai nazisti nei campi di sterminio. Quasi tutte le famiglie ebraiche della capitale furono colpite dalla razzia, dagli arresti, dalle deportazioni. Per questo il 16 ottobre resta la data simbolo della Shoah per gli ebrei di Roma e ogni anno viene ricordato con sentite manifestazioni che coinvolgono la comunità stessa e altre realtà cittadine, a partire dalle istituzioni.

    Quest’anno lì anniversario è caduto in coincidenza con la festa di Succot, proprio come nel 1943. Per onorare la festività, vi è stato un diverso approccio, ma senza che fossero cancellate le consuete celebrazioni per commemorare la triste data. Nel corso della mattinata sono state deposte corone di fiori davanti alla lapide del Tempio Maggiore che ricorda i deportati. Presenti i rappresentati delle istituzioni ebraiche a partire dalla Presidente della Comunità Ebraica di Roma Ruth Dureghello e dalla Presidente dellUnione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, il vicepresidente della Regione Lazio Daniele Leodori.

    “Il rastrellamento degli ebrei della città di Roma è un anniversario importante che avvenne in tutta la città – ha evidenziato la Presidente CER Dureghello – A distanza di tanti anni, significativo è ricordare non solo la memoria, ma l’efferatezza e la tragicità di quella razzia, compiuta dai nazisti accompagnati dai fascisti che vollero proprio privarli della dignità e della vita dopo averli oppressi con le leggi razziste. Oggi più che mai questo anniversario diventa significativo e importante, come significativa è la presenza delle istituzioni al nostro fianco”.

    “Il rastrellamento dell’ottobre del 43 è uno degli eventi più tragici della storia d’Italia – ha sottolineato il sindaco Gualtieri – Fu messa in atto una barbarie inaudita verso cittadini italiani rastrellati, deportati, uccisi per il solo fatto di essere ebrei, per una decisione pianificata della Germania nazista. L’orrore del nazifascismo mostra qui il suo picco. Furono ore tragiche, persone strappate dalle loro case, famiglie intere messe sui treni e portati nelle camere a gas con freddezza, violenza che spaventa ancora oggi. Per questo è un dovere per noi istituzioni tenere viva la memoria tenacemente e costantemente perché queste sono macchie nella storia che devono essere ricordate perché questo orrore non si ripeta mai più e perché si sviluppi un senso civico contro la violenza, il razzismo e l’antisemitismo. Roma farà tutto il possibile per tenere viva la memoria”.

    “Serve ricordare per non dimenticare. Credo che questa giornata il 16 ottobre sia sentita da tutti come la vera giornata della memoria italiana, una memoria condivisa e credo sia giusto celebrarla con sincera commozione come si è visto oggi” ha commentato il vicepresidente Leodori.

    Le celebrazioni sono proseguite presso Palazzo Salviati, dove gli ebrei furono rinchiusi tra il 16 e il 18 ottobre prima di essere deportati e presso il cimitero del Verano.

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