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SPECIALE PESACH 5784

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    Porte aperte all’Hashomer Hatzair di Roma per i 110 anni del movimento

    La giornata di domenica 6 novembre ha avuto un appuntamento speciale: l’open day del ken “Yad Mordechai” di Roma. Il movimento educativo giovanile Hashomer Hatzair ha organizzato una festa per tutti gli shomrim di ieri e di oggi in vista della ricorrenza dei 110 anni dalla nascita del movimento stesso.

    chanichim, i bogrim e gli ex-shomrim si sono riuniti per festeggiare insieme e ricordare la storia dell’HH. Tra balli israeliani, stand commemorativi, libri dei ricordi, giornalini prodotti nel presente e nel passato, i partecipanti hanno avuto l’opportunità di vivere una classica giornata di attività come se non avessero mai smesso di andare all’Hashomer Hatzair. 

    Le stanze dove si svolgono usualmente le attività sono state adibite a sale ricordo. In una di queste, tappezzata da foto di campeggi passati e documenti di vecchie attività, c’era un tavolo con vari album di immagini che ritraevano tutti gli shomrim di Roma negli anni. Tra adulti e bambini che cercavano di riconoscere i propri amici e parenti, si sentiva un’atmosfera di comunione e condivisione che andava al di là del tempo. 

    In un’altra stanza, due bogrim, responsabili delle attività, intrattenevano i bambini con i huggim, giochi ricreativi, creando spille con il simbolo dell’Hashomer Hatzair – un maghen david con due rami di mirto e ulivo, un fiocco con scritto “forza e coraggio” in ebraico e al centro un giglio –, origami a forma di chultzà shomrit – maglia azzurra indossata dai membri – e segnalibri.

    Nella sala superiore, vicino ad un piccolo buffet, tra il vociare dei partecipanti, era posta sul muro un’immensa vuota linea del tempo divisa in anni. Ognuno poteva cercare il proprio periodo di appartenenza e collaborare perinserire una nuova informazione: il nome di una kvutzà, di un rosh ken, responsabile della sede, o di un campeggio. Un modo per far ricostruire la storia dell’HH nello spirito della condivisione. Infine, per i più interessati a lasciare il segno, si potevano inviare delle lettere da spedire al kibbutz Givat Haviva, presso il quale si trova l’archivio storico del movimento. Chiunque avesse un legame con l’HH poteva insomma sentirsi nuovamente a casa. 

    L’evento è stato molto partecipato e si è concluso con un solenne mifkad, cerimonia ufficiale di chiusura delle attività, in cui adulti e bambini si sono trovati di nuovo insieme per contarsi, fare un riepilogo della giornata e salutarsi.

     

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