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    Roma, Israele, New York: la storia di Angelo Tagliacozzo, tra ebraismo e geologia

    Un uomo umile e semplice, che ha dedicato la propria vita allo studio con l’obiettivo di cambiare in meglio il mondo. Così Grazia Tagliacozzo ricorda a Shalom il fratello Angelo, un importante geologo di rilevanza internazionale che ha esportato il proprio sapere in tutto il mondo: da Israele alla Persia fino agli Stati Uniti.

    Tutto parte dalla città di Roma, dove Angelo nacque nel 1936 all’interno di una famiglia ebraica. Un adolescente con molti sogni nel cassetto, la passione per il calcio e la vocazione costante per lo studio. Nemmeno le difficoltà finanziarie della famiglia riuscirono a fermare la sua voglia di imparare, perciò Angelo «si sovvenzionò autonomamente l’università, vendendo elettrodomestici porta a porta, dando ripetizioni e aiutando i propri amici a scrivere le tesi» ci racconta la sorella. 

    Ottenuta la laurea, il suo spirito sionista lo condusse in Israele, dove, sebbene inizialmente sottovalutato, diede prova delle sue potenzialità dimostrando sin da subito le proprie competenze. «Venne infatti assunto dall’azienda Tahal, che lo mandò in Persia (attuale Iran) a dirigere un gruppo di geologi più grandi di lui: si sentiva a disagio per la differenza di età, ma si è sempre comportato con grande umiltà». Israele segnò il punto di svolta della sua vita. Proprio qui conobbe la sua futura moglie Rhoda, con la quale ebbe i figli Eric ed Amy. Ma proprio durante il periodo israeliano i medici gli riscontrarono un difetto cardiaco, lo stesso che lo avrebbe portato via una notte d’ottobre di quasi 36 anni fa. 

    La difficile notizia non riuscì comunque a frenare il suo spirito intraprendente, che lo portò in Iran con il compito di risanare i danni inflitti dal terremoto degli anni Sessanta e di istruire i geologi locali su come scavare i pozzi d’acqua. Dopo l’esperienza persiana, le sue alte qualifiche – tra cui un dottorato di ricerca in Geologia – e l’esperienza lavorativa come geologo, geofisico e idrogeologo gli spianarono la strada alla volta degli Stati Uniti.

    Nonostante l’America abbia rappresentato per Angelo un grande traguardo, l’adattamento iniziale alla nuova realtà non fu semplice, soprattutto a causa dell’etichetta di “straniero” che sentiva gravare sulle proprie spalle. Anche in quel posto così lontano da casa, però, le sue competenze gli permisero di distinguersi a tal punto da essere assunto all’ONU con un incarico in Costa Rica per tre anni.

    Tornato poi a New York, lavorò per diverse società di consulenza e organizzazioni professionali come la Geological Society of America, dedicandosi infine all’insegnamento presso l’AIPG (American Institute of Professional Geologists), che dopo la sua dipartita gli ha dedicato un’aula ed intitolato sette borse di studio. Angelo ha anche «sostenuto attivamente le donne che praticavano il suo stesso lavoro, ed oggi sarebbe lieto di sapere quante studentesse hanno ricevuto la borsa di studio a lui intitolata – aggiunge il figlio Eric in una lettera – era un marito e un padre straordinario, ne sono molto orgoglioso».

    Umiltà, professionalità ed un’attenzione al rispetto verso il prossimo hanno caratterizzato la sua vita. «Quando Angelo venne a mancare – conclude la sorella Grazia – l’altro mio fratello si recò in America per il suo funerale e vide che la sua casa era esattamente come lui: semplice e piena di libri».

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