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    Un cognome ebraico, infinite storie. Gli Ascarelli a Roma

    di Sara Milano

    Riapriranno i musei al pubblico almeno nelle regioni in fascia gialla, secondo le norme dell’ultimo dpcm di metà gennaio. Nel frattempo, il Museo Ebraico di Roma continua a offrire un ricco ventaglio di proposte culturali per il pubblico a casa. Ne è un esempio il ciclo di incontri in diretta online dedicato alla storia delle famiglie ebraiche romane, coordinato e promosso dal Museo in collaborazione con il Dipartimento dei Beni Culturali e la Comunità Ebraica di Roma. Il primo appuntamento è stato dedicato alle famiglie Corcos e Sonnino, nell’incontro di lunedì 11 gennaio, invece, sono stati gli Ascarelli i protagonisti delle ricerche e dei racconti presentati dagli illustri studiosi invitati e coordinati dalla direttrice del museo Olga Melasecchi.

    Raffaele Pittella, dell’Archivio di Stato di Roma e professore all’Università di Roma Tre, Marina Caffiero, storica e professoressa onoraria all’Università La Sapienza, Gianni Ascarelli, professore ordinario di Composizione architettonica e urbana, Mario Stella Richter, professore ordinario di Diritto commerciale all’Università Roma Tre, Claudio Procaccia, direttore del Dipartimento dei Beni Culturali CER, hanno esaminato documenti e ricerche che testimoniano il ruolo e l’importante contributo degli ebrei nella storia della città di Roma e l’intenso scambio culturale ed economico oltre le mura del ghetto. In occasione di questi incontri, inoltre, sono stati mostrati al pubblico gli straordinari argenti, gli oggetti e gli arredi liturgici che le famiglie hanno donato alle sinagoghe di appartenenza lungo i secoli e che sono conservati oggi presso il Museo Ebraico di Roma.

    Come altre famiglie ebraiche romane, la famiglia Ascarelli ha origini sefardite e giunge a Roma a seguito dell’espulsione degli ebrei dalla Penisola Iberica nel 1492. Lo stemma della famiglia Ascarelli ricorre nei ricami delle mappot (le stoffe che avvolgono i rotoli della Torà), nelle raffinate decorazioni delle ketubot (i contratti matrimoniali) e negli argenti: due leoni rampanti e una torre ricordano sia la provenienza spagnola della famiglia sia il significato ebraico del cognome ‘Az Ka-arì El, “Forte come il leone di D.”

    Gli Ascarelli furono medici, archiatri pontifici, oltre a essere rabbini, studiosi, banchieri e commercianti.

    Molte le personalità di spicco di questa famiglia, prime fra tutte una donna, Debora Ascarelli. Traduttrice, scrittrice e poetessa, è attiva tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento e traduce in volgare una serie di componimenti dall’ebraico, assumendo quindi il ruolo di mediatrice culturale tra la lingua ebraica e quella volgare.

    La famiglia trova il suo acme nel Settecento e vale qui la pena dedicare qualche riga a due fatti. Un documento notarile del 1763 dispone ai fratelli Jacob e Angelo Ascarelli l’appalto per la fornitura del vestiario delle truppe pontificie, una prestigiosa commissione, dunque, che dimostra la diversità dei settori economici, e non solo, in cui gli ebrei erano impegnati. L’altro episodio, invece, riguarda il coinvolgimento politico della famiglia agli avvenimenti dell’epoca che vedono Pellegrino Ascarelli partecipare, nel 1797, alla più grande congiura antipapale organizzata per rovesciare il dominio del pontefice e instaurare la Repubblica.

    È importante ricordare ancora un’altra personalità che ha influito profondamente nella storia del Novecento, in particolare sulle dottrine giuridiche. Si tratta di Tullio Ascarelli, nato a Roma nel 1903 da Elena Pontecorvo e Attilio Ascarelli, medico legale e figura nota alla storia per aver condotto il difficile lavoro di identificazione dei corpi trucidati nella strage delle Fosse Ardeatine, all’indomani dell’arrivo degli Alleati a Roma nel 1944. Come rivela Mario Stella Richter nel libro “Racconti Ascarelliani” (Editoriale Scientifica, 2020), Tullio dimostra di avere doti intellettuali straordinarie fin da ragazzo, tanto da intraprendere gli studi universitari in anticipo e diventare professore già a 23 anni. È uno storicista convinto e pone l’accento sul valore della storia anche nello studio del diritto, ma è soprattutto nella disciplina del diritto commerciale che i suoi studi saranno innovativi e di importanza internazionale.

    Molti documenti d’archivio, non solo quelli conservati presso l’Archivio Storico della Comunità Ebraica di Roma, richiedono ancora di essere letti, interpretati e confrontati per approfondire la ricerca e continuare il racconto dell’ebraismo romano e italiano. In attesa del prossimo appuntamento, è possibile rivedere gli incontri sul sito web e la pagina facebook del Museo Ebraico di Roma.

     

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