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    20 settembre 1870: la breccia di Porta Pia e la storia di Giacomo Segre

    20 settembre 1870, i bersaglieri  aprono una breccia all’altezza di Porta Pia. Una data che diventa subito simbolica per il nostro paese. Ma il significato è profondo anche per la comunità ebraica romana: la presa di Roma con la conseguente riunificazione dell’Italia segna infatti anche la fine del Ghetto, istituito nel 1555. Per gli ebrei è l’inizio del processo di emancipazione e l’acquisizione dei diritti civili.

    In occasione del 151° anniversario è stata organizzata una solenne commemorazione dell’Associazione Nazionale Artiglieri d’Italia, proprio nel punto da cui partì il colpo che aprì la famosa breccia. Presenti tra gli altri la Presidente della Comunità Ebraica di Roma Ruth Dureghello e il Rabbino Capo Riccardo Di Segni.

    Tra le tante storie riguardante il 20 settembre, spicca su tutte quella dell’Ufficiale ebreo Giacomo Segre, che sparò il colpo che fece breccia nelle Mura Aureliane.

    «È grazie al colpo di artiglieria sparato da Segre e al sacrificio dei Bersaglieri, degli operatori del Genio e degli altri militari che gli ebrei romani cominciarono ad acquisire i loro diritti civili e tornare ad essere protagonisti nella città attraverso il loro contributo concreto» ha ricordato la Presidente Dureghello ai microfoni di Shalom.

    La storia arrivata fino ai giorni nostri ha ricordato il Capitano Segre non per i suoi importanti meriti sul campo di battaglia, ma per la sua condizione di Ufficiale di religione ebraica e quindi indifferente alla Scomunica papale emanata nei confronti di colui che per primo avesse aperto il fuoco contro la città. Ma uno recente studio del Generale Vero Fazio ha sfatato un mito che per decenni ha sminuito la figura dell’Artigliere piemontese. Il Gen. Fazio, infatti, ha sottolineato i meriti ottenuti sul campo dal Capitano Segre. Il 20 settembre, invece, secondo i rapporti del Generale Cadorna analizzati da Fazio, non fu Segre a far partire il primo colpo, che avvenne invece poco prima all’altezza di Porta Maggiore. L’intervento di Segre fu però comunque determinante per aprire la breccia che fece strada ai bersaglieri diretti verso il Quirinale, allora residenza papale.

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