Quando la storia personale diventa lo strumento per raccontare e ripercorrere le vicende di un’intera nazione piegata dal giogo del nazismo. Così, all’indomani della morte di Primo Levi, Edith Bruck racconta in questo testo “Lettera alla madre” (La nave di Teseo) la sua personale esperienza vissuta nei campi. Un’opera che diventa “dialogo in forma di soliloquio”, che ripercorre la storia famigliare e il suo dramma incrociandolo alla grande storia della Shoah. È attraverso questo monologo, accompagnato alla figura della madre, ebrea ungherese profondamente legata alle tradizioni, che l’autrice riflette e stimola a riflettere sui grandi temi dell’ebraismo, come il rapporto tra fede e religione. Un’opera straordinaria, in cui si cela una profonda interrogazione del proprio io, attraverso ricordi, talvolta dolorosi, e grandi dubbi. Una prosa poetica accompagna la narrazione in un’esperienza di lettura incredibilmente potente.
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