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SPECIALE PESACH 5784

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    Le vie dell’Eden (Neri Pozza) di Eshkol Nevo

    Tre storie, tre rocambolesche situazioni, tre narrazioni che insinuano nella psiche dei personaggi. È il nuovo atteso romanzo di Eshkol Nevo, Le vie dell’Eden (Neri Pozza). Così Nevo torna a scavare nei sentimenti umani e lo fa servendosi di tre racconti che, pur essendo distinti tra loro, si intrecciano come i rami di un Pardès, un frutteto, da cui prende il nome il titolo originale del libro. Nella prima storia incontriamo Omri, padre neo-divorziato e musicista che incontra Mor durante la sua luna di miele a La Paz. C’è qualcosa che lo colpisce di lei, “la gatta randagia” affascinante e debole allo stesso tempo. Assieme vivranno una situazione folle, in cui Omri si trova coinvolto quasi per caso. Poi c’è il dottor Caro, un uomo attempato che dopo la morte della moglie trova rifugio nei ricordi e nella solitudine, finché non incontra una specializzanda che desta il suo interesse, Liat. Il dottore non sa perché ma sente l’impulso di difendere Liat da tutto.  E così equivoco dopo equivoco il passato torna a bussare alla porta del dottore. Ed infine, c’è una coppia che cammina come ogni settimana in un frutteto. Si tengono la mano, parlano, guardano i passanti fino al giorno in cui l’uomo si allontana, consegna il telefono alla moglie e sparisce. Presa dalla paura la moglie si reca alla polizia, e mentre viene diramato l’allarme lei ripercorre tutto, ma proprio tutto, quello che sa della sua vita e di quello di suo marito. Proprio come in Tre Piani, l’impalcatura delle tre narrazioni costruisce un romanzo ricco di colpi di scena in cui i sentimenti sono sempre i protagonisti. Colpe, confessioni, dubbi e dolori. Un romanzo che si legge tutto d’un fiato e che vorremmo che non fisse mai di farci compagnia, e di farci sentire un po’ meno incompresi.

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