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    Cultura

    A New York il Jewish Museum celebra la non conformità di Ben Shahn con una retrospettiva

    Il Museo Ebraico di New York presenta una retrospettiva dedicata all’artista realista sociale e attivista Ben Shahn. La mostra “Ben Shahn, On Nonconformity”, la prima allestita negli Stati Uniti nell’ultimo cinquantennio, propone gli eventi cruciali del secolo scorso, dalla Grande Depressione alla guerra del Vietnam, per analizzare gli approfondimenti su spiritualità e testi ebraici di Ben Shahn. Nato in una famiglia ebraica nella Lituania controllata dai russi, Shahn è emigrato negli Stati Uniti con la sua famiglia nel 1906 dove ha iniziato la sua carriera come litografo, padroneggiando il disegno, l’incisione e la tipografia, prima di espandersi e sperimentare una vasta gamma di mezzi espressivi. La mostra trae il titolo dal pensiero di Ben Shahn di “non conformità,” ritenuto dall’artista presupposto indispensabile per l’attività artistica; di grande interesse sono quindi le 175 opere esposteche abbracciano l’arco temporale dagli anni ’30 agli anni ’60 del secolo scorso con dipinti, studi murali,stampe, fotografie, disegni commerciali e realizzazioni effimere.

    Phase One FX Film CurveISO 400 1/20sec f11 1/3150mm Standard Capture HMI Photo: JW

    L’arte di Shahn ha avuto risonanza mondiale grazie ad un’intensa campagna sui media, con l’utilizzo di stili allegorici e poetici innovativi e di impatto su un pubblico vasto ed eterogeneo. La mostra è organizzata dalla curatrice ospite Laura Katzman, in collaborazione con Stephen Brown, curatore del Museo Ebraico. Oltre 30 musei, gallerie e collezioni private hanno prestato le loro opere che si integrano con quelle sposte nella recente retrospettiva realizzata dal dalla stessa Laura Katzman al Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía, Madrid. “Ben Shahn, On Nonconformity” è un tributo allo straordinario lavoro di un artista pioniere il cui impegno per la giustizia sociale, al di là delle divisioni etniche, di classe e razzialinon potrebbe avere maggiore rilevanza oggi – ha dichiarato James S. Snyder, Direttore dell’Helen Goldsmith Menschel – Non c’è luogo migliore per questa mostra, a tanti anni di distanza dall’ultima retrospettiva di Shahn presentata negli Stati Uniti nel 1976”. “Una rivalutazione dell’artista attraverso un obiettivo contemporaneo” ha spiegato Laura Katzman; “era un uomo che credeva nel valore del dissenso e nella funzione essenziale dell’arte nella vita di unsocietà democratica”, ha aggiunto Stephen Brown.
    Nelle prestigiose sale a pochi isolati da Central Park la mostra è organizzata in sezioni tematiche: si apre con: “Arte e attivismo” che riunisce i primi lavori degli anni ’30 di realismo sociale di Shahn evidenziando la risposta dell’artista alle grandi ingiustizie perpetrate dal sistema giudiziario americano, si passa al “New deal for art“con i progetti artistici contro la Grande Depressione, allo spaccato della campagna dell’artista a sostegno del lavoro manuale, alla sezione dedicata alla Seconda guerra mondiale e alla guerra fredda, alla lotta per i diritti civili, per concludere con la spiritualità e l’identità delle opere legate alle storie bibliche, reminiscenza della cultura giovanile di Shahn.

    Foto allestimento: Installation view of “Ben Shahn, On Nonconformity” at the Jewish Museum, NY, May 23–October 12, 2025. Photo by Dario Lasagni.

    Foto: Jewish Museum NY

     

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