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    ADEI WIZO, a Emuna Elon e Francesco Pinto il Premio Letterario Adelina Della Pergola

    La XII edizione del Premio Letterario ADEI WIZO Adelina Della Pergola si è concluso con la premiazione dei vincitori “La casa sull’acqua” di Emuna Elon (Guanda Editore) e “L’uomo che salvò la bellezza” di Francesco Pinto (Harper Collins) per la sezione ragazzi. La premiazione virtuale del 3 maggio, condotta dal giornalista Gian Antonio Stella, è stata preceduta dal caloroso saluto della presidente del World Wizo Esther Mor, della presidente nazionale ADEI WIZO Susanna Sciaky, del Professor Sergio della Pergola e della sorella Mara, figli di Adelina Della Pergola, che è stata presidente ADEI negli anni ’80. Durante la premiazione dei finalisti, i partecipanti hanno potuto ascoltare l’acuto suono delle sirene israeliane accese in occasione di Yom HaZikaron. 

     

    Il premio letterario, nato nel 2000, ha l’obiettivo di trasmettere al pubblico la variegata realtà del mondo ebraico attraverso la letteratura. La premiazione è stata preceduta lunedì 2 maggio da un vivace incontro virtuale condotto da Sira Fatucci, presidente della giuria selezionatrice e del coordinatore della commissione cultura UCEI Saul Meghnagi. All’incontro ha partecipato la giuria della sezione ragazzi, con 500 studenti di scuole secondarie italiane che hanno potuto dialogare con i finalisti della sezione ragazzi: Francesco Pinto e Ghila Piattelli. 

     

    “L’uomo che salvò la bellezza” di Pinto racconta la figura poco nota di Rodolfo Siviero, che ha contribuito con spregiudicatezza a salvare il patrimonio artistico italiano dai nazisti. «Provo a raccontare scelte di uomini che hanno costruito l’Italia e che hanno difeso l’identità di questo Paese» ha spiegato Pinto al giovane pubblico secondo cui «bisogna raccontare storie di coraggio e bisogna raccontare anche una Italia che non racconta nessuno. Questo paese non è di truffatori e di cialtroni, ma di uomini che hanno costruito una grande nazione». 

     

    “La casa sull’acqua” della giornalista israeliana Emuna Elon ha come protagonista Yoel Blum, scrittore olandese, salvatosi dalla Shoah, che, durante una visita al Museo Ebraico di Amsterdam scopre un filmato con i volti del padre, morto in un campo di concentramento, di sua madre e di sua sorella, oltre che di un altro bambino. Cercherà da quel momento di scoprire la verità sulla sua storia familiare. Il romanzo è stato premiato dalla giuria per “la struggente storia di amore di una madre per il figlio, è una testimonianza autentica capace di tenere viva, oggi più che mai, la memoria di un pezzo di storia europea rimuovendola dall’oblio”. 

     

    Anche l’altra opera finalista della sezione ragazzi “Resta ancora un po’” (Giuntina) di Ghila Piattelli ha riscosso grande apprezzamento della giovane giuria. «Il romanzo racconta l’elaborazione tardiva di un lutto, di un riscatto che arriva 40 anni dopo» spiega Piattelli. «È la storia di Ahuva che perde il suo primo amore in guerra e porta con sé questo lutto per oltre 40 anni, e viene in qualche modo liberata da questa maledizione, da questo incantesimo, da sua madre Giuditta che attiva il nipote prediletto affinché la liberi da questo incantesimo». 

     

    «Siamo rimasti stravolti dalle ultime manifestazioni di violenza. Bisogna sperare comunque e sicuramente la cultura è lo strumento per farlo» ha detto il Professore Emerito Sergio Della Pergola alla giovane giuria «L’eccellenza spero ci porterà avanti e ci aiuterà a porre una barriera di fronte a queste tendenze estremamente deprimenti e pericolose che ci circondano. Con uno sguardo di speranza, guardando voi giovani, ci orientiamo verso il futuro». 

     

    Mara, figlia di Adelina Della Pergola, ha elogiato il premio: «La lettura di testi che ci raccontano alcuni dei diversi aspetti della cultura ebraica, non è solo un momento di approfondimento culturale ma ha anche effetti quasi miracolosi, perché leggendo un buon testo le persone si trasformano. La lettura sorprende, apre visioni, fa conoscere l’altro. In questo momento così drammatico c’è proprio bisogno di far capire quanti pregiudizi pericolosi, oltre che stupidi, siano ancora troppo diffusi tra noi».

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