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    Cultura

    “Come uccelli cacciati. Gli ebrei greci dopo la II Guerra mondiale” in mostra ad Atene

    “Come uccelli cacciati – gli ebrei greci dopo la II Guerra mondiale” è il titolo della mostra inaugurata dal Museo Ebraico della Grecia di Atene. Per la prima volta un allestimento temporaneo, aperto al pubblico fino al 31 dicembre 2025, fa luce sulla recente storia ebraica greca ripercorrendo l’arco cronologico che compreso tra i primi anni del secondo dopoguerra fino alla fine degli anni ’70, periodo che comprende la ricostruzione delle comunità ebraiche greche, il triennio 1946-49 della guerra civile, il dopoguerra e il ripristino della democrazia avvenuto nel 1974.

    La mostra, pensata per il grande pubblico greco e internazionale, per gli studenti delle scuole e universitari, comprende materiale fotografico, cinematografico, documenti d’archivio inediti e libri, oltre a rari oggetti liturgici. Di grande rilievo sono le testimonianze dell’impegno per la ricostruzione delle comunità ebraiche greche e delle organizzazioni internazionali ebraiche. Oltre alla lettura di brevi testi, i visitatori possono vedere estratti di interviste ai sopravvissuti ai campi di sterminio, video della loro vita quotidiana dopo la guerra, telegiornali con approfondimenti sull’internamento degli ebrei greci nei campi profughi, sui combattenti della resistenza ebraica durante e dopo la guerra civile; i diversi percorsi ideologici, le emozioni, i dilemmi che hanno dovuto affrontare. Una sezione molto significativa è dedicata alla vita nella diaspora e alle prospettive dell’emigrazione in Israele, alle nuove forme di internamento, nei campi di Cipro e nella Palestina mandataria britannica.

    L’idea di istituire il Museo Ebraico della Grecia è stata concepita alla fine degli anni ’70 su iniziativa della Comunità ebraica di Atene e di alcuni dei suoi membri. Nel 1977 è stato fondato un piccolo museo, temporaneamente ospitato in una stanza della sinagoga Beth Shalom in via Melidoni; erano raccolti oggetti, principalmente manufatti e documenti del XIX e XX secolo, che erano stati recuperati dalla II guerra mondiale. A questa prima collezione si aggiunse una vasta collezione di manufatti religiosi, documenti e oggetti personali confiscati agli ebrei della Macedonia orientale e della Tracia durante l’occupazione bulgara. Tra il 1977 e il 1982 iniziò una raccolta completa e accurata di reperti provenienti da tutte le comunità ebraiche della Grecia, sotto la guida di Nikos Stavroulakis, direttore del Museo fino al 1993. Grazie all’interessamento di alcuni privati, la collezione etnologica e giudaica del Museo si arricchì in modo significativo di rari tessuti liturgici, libri, rituali e oggetti domestici. Nel 1981 è stata fondata l’associazione degli “Amici Americani del Museo Ebraico della Grecia” e poco dopo, dai membri della Comunità Ebraica di Atene e Salonicco, è stata fondata “L’Associazione degli Amici del Museo Ebraico della Grecia”, che fin dai primi anni ha sostenuto il Museo in ogni sua fase. Il continuo arricchimento delle collezioni e l’espansione delle attività del Museo hanno portato all’acquisto, al trasferimento e alla riorganizzazione di un edificio neoclassico della fine del XIX secolo in via Nikis 39. Il 10 marzo 1998 è stato inaugurato il nuovo Museo, segnando così l’inizio di un nuovo capitolo della millenaria storia ebraica sefardita contraddistinta da speranza e dalla continuità dopo la distruzione della Shoah e la nascita dello Stato d’Israele.

     

    Foto: @Jewish Museum Greece

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