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    Cultura

    Il popolo del libro: memoria, fede e identità in mostra al Museo Ebraico

    Domenica 14 settembre il Museo Ebraico di Roma ha aperto le proprie porte in occasione della ventiseiesima edizione della Giornata Europea della Cultura Ebraica, che quest’anno ha avuto come tema “Il popolo del libro”. Un filo conduttore che ha richiamato la centralità del libro e della parola scritta come veicolo di fede, memoria e identità del popolo ebraico, dal rotolo della Torah al Talmud, dalle prime stampe ai grandi autori moderni, fino alle biblioteche contemporanee.

    Per l’occasione presso il Museo Ebraico di Roma è stata inaugurata la mostra “Studio e preghiera. I libri più antichi della Comunità Ebraica di Roma”, realizzata in collaborazione con l’Archivio Storico della Comunità. La visita è stata guidata dalla professoressa e biografa Emma Abate – assieme all’Assessore alla cultura della Comunità Ebraica di Roma Giacomo Moscati e a Claudio Procaccia, direttore del Dipartimento per i Beni e le Attività Culturali della Comunità Ebraica di Roma – che ha accompagnato il pubblico alla scoperta di una tradizione millenaria custodita nei testi sacri e nelle opere rare sopravvissute al tempo e alle persecuzioni.

    La biblioteca della Comunità ebraica romana, costituita nei secoli grazie alle sinagoghe e alle confraternite, era considerata una delle raccolte librarie più importanti al mondo: oltre 7000 volumi, tra manoscritti, incunaboli e stampe antiche. Una ricchezza che fu quasi interamente perduta a seguito della razzia nazista del 1943. Il 30 settembre di quell’anno due ufficiali tedeschi si presentarono nei locali della Comunità per ispezionare le biblioteche della Comunità Ebraica e del Collegio Rabbinico. Nei giorni successivi, con l’ausilio di una ditta di trasporti, i volumi vennero imballati e caricati su dei vagoni. In dicembre, con un secondo intervento, gli occupanti portarono via anche i libri rimasti. Da allora, la maggior parte di questo patrimonio è andato perduto.

    Le ricerche internazionali, i cataloghi, i timbri di possesso e l’impegno di studiosi ed esperti non hanno ancora permesso di rintracciare la collezione. Nel 2002 il Governo italiano ha istituito una Commissione per il recupero del patrimonio bibliografico sottratto, ma la vicenda resta una ferita aperta nella memoria della città e della comunità ebraica. La mostra inaugurata ieri ha voluto ricordare quella perdita, ma anche testimoniare la forza della tradizione e il valore del libro come strumento di resistenza, di continuità e di identità.

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