
Il Museo di Arte di Tel Aviv ospita, fino al 27 dicembre, la mostra “Judy Chicago: What If Women Ruled the World?” – E se le donne governassero il mondo? – un’occasione significativa per riflettere sul ruolo delle donne nell’arte, nella storia e nella società contemporanea. Un evento di rilievo internazionale che combina estetica, partecipazione e riflessione sociale. Il progetto “WhatIf Women Ruled the World?” è un’iniziativa partecipativa che ha già fatto tappa in Stati Uniti, Messico, Argentina, Regno Unito, Francia e Germania e che per la prima volta arriva in Medio Oriente.
Judith Cohen, in arte Judy Chicago, è nata a Chicago nel 1939, trasferitasi a Los Angeles nel 1957 per iscriversi alla UCLA art school, diventa membro della esclusiva Phi Beta Kappa, nel 1964 si è diplomata in pittura.

Judy Chicago è tra le figure più incisive e di spicco dell’arte femminista e della controcultura artistica degli ultimi decenni, la sua carriera è caratterizzata da un ripensamento radicale dei soggetti dell’arte tradizionale quali identità di genere, corpo e storia delle donne, e dalla volontà di dare visibilità e voce a ciò che era stato trascurato o ignorato. Tra le sue opere più celebri c’è “The Dinner Party”, realizzato tra il 1974 e il ’79, un’installazione monumentale che celebra figure femminili storiche e mitiche. Attraverso un ‘quilt’ fisico e digitale, l’artista invita il pubblico a rispondere alla domanda: «Che cosa accadrebbe se fossero le donne a governare il mondo?» e a contribuire con le proprie voci, esperienze e visioni di cambiamento. La grande installazione partecipativa del ‘quilt’ fornisce ai visitatori la possibilità di registrare le proprie risposte e voci. Di grande impatto è la selezione dedicata ai lavori della lunga carriera dell’artista: stampe, tessili, opere sottilmente provocatorie che attraversano identità, genere, storia e memoria. Nella versione tel-aviviana sono state introdotte nuove componenti con iscrizioni in ebraico e arabo, oltre all’inglese, per coinvolgere diverse comunità e contesti culturali.

La mostra propone una riflessione non solo estetica ma politica: attraverso l’arte, Judy Chicago affronta questioni di potere, genere, identità e cambiamento sociale. Questa prima esposizione dell’artista in Israele, offre un’occasione importante per il pubblico locale di confrontarsi con un’autrice internazionale che ha segnato l’arte contemporanea;il formato partecipativo pone il visitatore non solo come spettatore ma come contributore attivo, trasformando la mostra in un dialogo in divenire. Più di cinquanta artisti e personalità culturali hanno firmato una lettera aperta chiedendo all’artista e alla nota attivista russa e co-ideatrice del progetto Nadya Tolokonnikova di cancellare la mostra, sostenendo che la partecipazione di un’istituzione israeliana all’iniziativa equivalesse a contribuire al cosiddetto ‘art-wash’ della situazione politica nella regione, il museo ha risposto che la mostra non è da intendersi come endorsement politico, ma come spazio di riflessione e dialogo.

Foto: Tel Aviv Museum of Art – Adam Reich – Daniel Hanoch












