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    L’arte diventa vita nel nuovo romanzo di Gèrard Journo “Dieci vite in una”

    “L’ arte fa stare bene, l’arte è terapeutica insomma l’arte è medicina e quindi si può ben dire che la bellezza salverà il mondo” Così diceva il principe Miškin nell’Idiota di Fedor Dostoevskij. Ed è proprio dall’arte che fa nascere questo romanzo di Gèrard Journo “Dieci Vite in una” – Romanzo ispirato alla vita di una ballerina del Crazy Horse (edito da Belforte Salomone). Presentato ieri sera presso il Centro Ebraico italiano “Il Pitigliani”. L’evento, organizzato dal Centro di Cultura Ebraica, ha visto la partecipazione del Rabbino Capo Riccardo Di Segni, della Giornalista Teresa Trillò che ha dialogato con l’autore e di Rosaria De Cicco, che ha letto ed interpretato alcuni brani del libro.

     

    Un romanzo anticonformista che racconta di una donna affascinante le cui vicende si dipanano tra Budapest, Parigi e Roma. La narrazione in prima persona cattura il lettore portandolo per mano nella storia del personaggio facendolo passare attraverso la lente della grande storia: dagli anni della Seconda guerra mondiale fino a oggi. Così la protagonista ci fa emozionare, riflettere sorridere e commuovere con tutte le sue vite, dense di dolore e contraddizione. Un senso di nostalgia e abbandono aleggia tra le pagine di questa opera che ci regala sogni, esperienze desideri di una protagonista che entra nell’anima di chi la legge.

     

    Un libro nato, quasi per caso, negli anni difficili della Pandemia la cui genesi è attribuibile all’arte e ai quadri che lo scrittore ritrova fortuitamente. Opere appartenenti alla collezione di una donna di origine ungherese, che vive a Roma gli ultimi anni della sua vita. Così il personaggio principale prende forma: una ballerina del Crazy Horse di Parigi che alla veneranda età di 94 anni si racconta. Ed è così che Gèrard comincia a scrivere il “Testamento spirituale” di questa intrigante donna, tratteggiandola con eleganza e charme. “Questo libro è nato in un momento in cui stavano succedendo cose terribili. Tendevo a non guardare la televisione per non angosciarmi. Guardavo molto di più i social, e così mi sono imbattuto su Facebook in un’asta online nata per aiutare i più bisognosi, ho avuto modo di acquistare i quadri appartenuti a questa donna- ha spiegato l’autore- così ho cominciato a pensare a lei, cercando di ricostruire la sua vita”.  Un mosaico di esperienze e luoghi a cui Gèrard ha dato forma plasmando un romanzo che si legge tutto d’un fiato.

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