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    Cultura

    Montreal: H. Fisher & Fils rinasce nella storica sede e lancia una installazione pop up

    Per cent’anni H. Fisher & Fils è stato un punto di riferimento per l’industria dell’abbigliamento di Montreal: ha fornito bottoni, stoffe e accessori per cucito dalla sua sede in St-Laurent Boulevard, nel quartiere Plateau della città. Mentre l’area si trasformava e altri negozi si trasferivano, H. Fisher & Fils è rimasto nella sua sede originaria, gestito fino al 2022 da Esther Fisher, la vedova del figlio del primo proprietario, per poi essere donato dai discendenti al Museum of Jewish Montreal.

    Il negozio ha riaperto da qualche giorno dopo una trasformazione significativa: è ora un museo pop-up permanente in cui lo storico spazio rende omaggio alla H. Fischer &Fils e al ruolo che ha occupato nella comunità ebraica della città. Gli spazi sono sostanzialmente invariati, i Fisher non buttavano via nulla: dalle macchine da cucire vintage ai vecchi registratori di cassa, ai banconi, ai ritagli di giornali appesi ai muri, non producevano capi ma fornivano materiali per allestimenti scenici di clienti prestigiosi, primo fra tutti il Cirque du Soleil, per produzioni operistiche e scuole di moda. Quando aprì i battenti nel 1922, il negozio era una delle tante attività legate all’abbigliamento di St-Laurent Boulevard, noto come Main Boulevard; spesso di proprietà e gestite da sarti e sarte ebrei arrivati dall’Europa orientale. Sebbene originariamente fosse stato aperto a pochi isolati di distanza, si trasferì presto nella sede, con una semplice vetrina, in cui ora è allestita la mostra, la famiglia Fisher viveva nell’appartamento al piano di sopra.

    I visitatori che oggi varcano la soglia di H. Fisher &Fils sono accolti da rotoli di stoffa che corrono dal pavimento al soffitto, scaffali e scatole sono pieni di cerniere, bottoni automatici e altre forniture. Uno schermo mostra una breve intervista a Esther Fisher, girata quando aveva 90 anni, in cui descrive come sia diventata padrona del negozio dopo la morte del marito, parla della sua scarsa esperienza lavorativa, lei che per tutta la vita aveva cresciuto i suoi figli.
    Esther Fisher è morta poco dopo la chiusura del negozio nel 2022 ma la sua presenza è avvertita ovunque: la sua grafia e quella del marito Mitch compaiono con scarabocchi sui muri, con scritte sui fogli degli ordini, sul libro mastro che si trova sul bancone e sulle etichette apposte sui pezzi di stoffa. I campioni di stoffa, i rocchetti di filo e i campioni di bottoni e cerniere possono essere toccati. “Penso che sia un’esperienza molto sensoriale e di apprendimento”, ha spiegato Austin Henderson, responsabile della programmazione artistica e della comunicazione del museo. Shmat è il termine yiddish che significa straccio, stoffa e proprio gli immigrati ebrei giunti dall’Est Europa ne diffusero l’uso per far comprendere l’essenza del loro mestiere che si diffuse a Montreal all’inizio del XX secolo nel quartiere rendendolo sede di vivaci commerci prima di trasferirsi nella zona a nord ovest della città.

    “Ci sono stati così tanti cambiamenti in questo quartiere, non è facile immergersi nella realtà di un secolo or sono e percepirla nella sua essenza”, ha spiegato Taryn Fleischmann, coordinatrice della programmazione culturale e delle mostre del Museum of Jewish Montreal, che ha curato l’allestimento. “Penso che H. Fisher &Fils sia il miglior modo per comprendere la nostra storia e sarebbe stato un peccato non valorizzarlo”.

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