
Quando ho appreso che la prestigiosa casa editrice Giuntina aveva deciso di pubblicare in italiano i commenti di rav Jonathan Sacks alle parashòt della Genesi ho avuto due reazioni. La prima, di soddisfazione. L’importanza di questi testi merita la traduzione e la diffusione in Italia, anche se sono reperibili con facilità nella rete in lingua originale, l’inglese. L’altra reazione è stata un augurio, quello che si potesse trovare per l’edizione italiana un titolo che non fosse la traduzione letterale di quello inglese, che è “Covenant and Conversation”. Non ho fatto a tempo e ora abbiamo “Alleanza e conversazione”, che francamente a mio umile giudizio non è il meglio in termini di impatto e di attrazione per il pubblico. Nella forma originale inglese la cosa funzionava di più, era una sorta di gioco di parole, e l’Autore ci teneva perché per Lui i due termini avevano un grande significato, da una parte l’idea del berìt, del patto o l’alleanza divina con Israele, dall’altro il nostro impegno a leggere, studiare, commentare e comunicare i significati antichi e nuovissimi che il testo della Torà ci suggerisce.
Perché questi testi sono importanti? Bisogna capire chi è stato l’Autore e quale è il senso della sua opera. Nato e quasi sempre vissuto nel Regno Unito, dal 1991 al 2013 è stato Capo Rabbino delle United Hebrew Congregations del Commonwealth, l’organizzazione che raccoglie la parte principale delle comunità ortodosse, salvo quelle charedi. Era nato nel 1948, ed è mancato prematuramente nel 2020, e ha svolto principalmente attività rabbinica e di insegnamento, oltre a essere uno scrittore prolifico di saggi sull’ebraismo. Certamente un rabbino con grande seguito, ma essenzialmente un filosofo (formatosi a Oxford e Cambridge) prestato al rabbinato. Questa sua base e origine culturale ha fatto sì che sia stato l’interprete e il divulgatore del senso religioso dell’ebraismo nella nostra epoca, travagliata oltre che da vicende politiche da pensieri filosofici contrastanti tra di loro e molto spesso antagonisti alla religione, qualsiasi religione. Pensieri che si accompagnano a mutazioni sociali radicali, dalla struttura della famiglia al lavoro all’organizzazione della società. Rav Sacks ha seguito tutto questo, l’ha interpretato e ha offerto una guida dritta e senza compromessi, basandosi sulla tradizione culturale e religiosa dell’ebraismo. La potenza delle sue idee unite alla conoscenza delle fonti ebraiche e delle filosofie attuali lo hanno fatto diventare il riferimento religioso più importante e influente del Regno Unito (e di qui in molti altri paesi), per tutte le religioni, certamente più influente dell’Arcivescovo di Canterbury e riconosciuto in particolare dall’allora Principe di Galles e dalla Corona, che gli dette il titolo di Barone. Gestiva una rubrica fissa sulla BBC, oltre che pubblicare libri e aveva una grande capacità oratoria, condita sempre da humour.
Le lezioni sulle parashot settimanali comparivano regolarmente sul sito del rabbinato, gestito già allora con molta professionalità. Nel corso degli anni ne sono comparse nuove, e il libro che viene ora pubblicato in italiano ne presenta 4-5 per parashà. E speriamo che sia possibile completare la pubblicazione degli altri libri della Torà.
Uno dei problemi in questi tempi difficili di guerra è che l’ondata di ostilità antiebraica non si limiti al versante politico ma attacca i fondamenti stessi dell’ebraismo, a cominciare dalla Torà di cui ci viene rinfacciata (con inquietanti richiami a antiche opposizioni) sia la fedeltà che l’approccio fondamentalista. Se qualcuno degli accusatori facesse uno sforzo per leggere qualche riga dei commenti di rav Sacks forse, se in buona fede, potrebbe ripensare a quello che dice. Forse è chiedere troppo a chi non ci ama molto. Basterebbe che il nostro pubblico prendesse in mano questo libro e lo studiasse.
Il Centro di Cultura Ebraica in collaborazione con la libreria Kiryat Sefer presenterà “Alleanza e conversazione. Genesi: il libro dei fondamenti” giovedì 18 settembre alle ore 18.30 presso il Teatro Torlonia (prenotazione obbligatoria fino ad esaurimento posti) con il patrocinio di Progetto Talmud
Prenotazione obbligatoria: centrocultura@romaebraica.it