
Un episodio di antisemitismo ha coinvolto una bambina di 9 anni in un ospedale di Knokke, in Belgio. La giovane paziente si era recata in ospedale per un dolore al braccio sinistro e ha trovato nella propria cartella clinica una nota offensiva e priva di alcuna giustificazione medica: il medico aveva indicato come “allergia” la dicitura “ebrea (israeliana)”.
L’organizzazione JID, impegnata nella lotta contro l’antisemitismo, ha denunciato l’accaduto, definendolo una chiara violazione dell’etica medica. Secondo le indagini, il medico è di origine mediorientale e, sui suoi profili social, avrebbe pubblicato contenuti anti-Israele in lingua araba. JID ha annunciato l’intenzione di presentare una denuncia formale alle autorità belghe e all’Ordine nazionale dei medici.
“Non si tratta solo di un insulto antisemita in un documento ufficiale, ma di un gesto che compromette la fiducia nel sistema sanitario” ha dichiarato Ralph Pace, presidente di JID. “Scrivere una simile annotazione in un referto medico supera ogni limite: il caso è di massima gravità e richiede azioni legali e disciplinari immediate”.
L’associazione ha sottolineato che episodi di questo tipo non devono mai diventare norma, soprattutto nei documenti ufficiali che riguardano un bambino, invitando ospedale e Ordine dei medici a intervenire con serietà e a promuovere formazione e sensibilizzazione per prevenire simili comportamenti in futuro.
JID ha inoltre evidenziato come il caso rifletta un fenomeno più ampio: da ottobre, molti pazienti ebrei in Europa riferiscono crescente disagio nel cercare assistenza sanitaria, talvolta preferendo nascondere la propria identità. Segnalazioni simili sono giunte da Irlanda, Regno Unito, Norvegia e altri Paesi.