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    EUROPA

    L’ uso dell’IA distorce la memoria storica delle vittime della Shoah

    Il Museo di Auschwitz-Birkenau ha recentemente espresso profonda preoccupazione riguardo all’uso crescente di immagini generate dall’intelligenza artificiale (IA) che raffigurano vittime e sopravvissuti alla Shoah. Secondo i responsabili del museo, queste rappresentazioni digitali, spesso create senza un’adeguata contestualizzazione storica, rischiano di banalizzare e distorcere la memoria di eventi tragici, compromettendo l’accuratezza storica e il rispetto dovuto alle vittime.
    L’uso dell’IA nella ricostruzione di volti e scene della Shoah ha sollevato un dibattito etico significativo. Mentre alcune istituzioni, come Yad Vashem, impiegano l’IA per identificare vittime non registrate e preservare testimonianze autentiche, il Museo di Auschwitz sottolinea i pericoli di un utilizzo non regolamentato di queste tecnologie. La creazione di immagini realistiche ma non autentiche può confondere il pubblico e minare gli sforzi educativi volti a trasmettere la verità storica.
    In risposta a queste preoccupazioni, il museo ha avviato una collaborazione con la startup TrollWall IA per moderare automaticamente i commenti offensivi e negazionisti sui propri canali social, proteggendo così la memoria delle vittime da discorsi d’odio e disinformazione. Il dibattito sull’uso dell’IA nella commemorazione della Shoah evidenzia la necessità di un equilibrio tra innovazione tecnologica e responsabilità etica. Mentre l’IA offre strumenti potenti per preservare la memoria storica, è fondamentale garantire che il suo impiego rispetti la verità dei fatti e l’integrità delle testimonianze.

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