
Il 10 di Tevet segna sul calendario ebraico un giorno di lutto e viene dedicato al digiuno e alla preghiera: ricorda l’inizio dell’assedio babilonese a Gerusalemme, che portò alla prima distruzione del Bet haMikdash nel 586 a.e.v., evento a cui il Rabbinato di Israele nel 1951 ha aggiunto la commemorazione dei sei milioni di ebrei uccisi nella Shoah. A tale proposito si usa pronunciare un Kaddish in ricordo delle vittime dei campi di sterminio di cui non si conosce il nome e l’identità.
In questa giornata vengono commemorati altri due eventi luttuosi, avvenuti nei giorni immediatamente precedenti. Il primo è la traduzione della Torà in greco ordinata da Tolomeo, cheavvenne l’8 di Tevet: quel giorno venne paragonato dai Maestri a quello in cui venne fatto il vitello d’oro. L’altro episodio luttuoso è la morte di Ezrà, avvenuta il 9 di Tevet, colui che aveva condottoil popolo ebraico in Israele dopo l’esilio babilonese.
Il digiuno del 10 di Tevet quest’anno cade martedì 30 dicembre. Inizia alle 6.25 (secondo alcuni alle 6.07), termina alle 17.19.
Durante questa ricorrenza, differentemente da altri digiuni, è consentito lavarsi e prepararsi per l’entrata dello Shabbat. Rispetto agli altri digiuni, il 10 di Tevet è il digiuno più corto ed è l’unico che può capitare anche di venerdì. È definito un digiuno minore perché al pari di altri e a differenza di Kippur non è citato nella Torà, ma è richiamato nel libro di Ezechiele.













