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    IDEE - PENSIERO EBRAICO

    Parashà di Bereshit: L’uomo bambino

    L’uomo fu creato nel sesto e ultimo giorno della creazione. Nella Torà è scritto: “Dio disse: facciamo un uomo con la nostra immagine (be-zalmènu), a nostra somiglianza” (kidmutènu) (Bereshìt, 1:26). Poichè il Creatore non è un essere fisico, è necessario cercare di capire quale sia il significato di zèlem (immagine) e di somiglianza (demùt).

    R. Il Nachmanide (Girona, 1194-1270, Acco) nel suo commento scrive che Dio disse facciamo [che è al plurale quando avrebbe dovuto essere al singolare] perché l’uomo è composto dalla terra, come gli animali, e dallo spirito divino.

    R. ‘Ovadià Sforno (Cesena, 1475-1550, Bologna) nella parashà di Ki Tazria’ (Vaykrà, 13:47) spiega che l’intelligenza umana è denominata zèlem E-lohim; demùt E-lohim è il libero arbitrio. Il Maimonide (Cordova, 1138-1204, Il Cairo) nelle Hilkhòt Teshuvà (5:3-4) afferma che senza libero arbitrio non vi può essere ricompensa e punizione. Il giusto merita una ricompensa e il peccatore merita una punizione solo se hanno la possibilità di scegliere.

    R. Hershel Schachter (Scranton, 1941) in Insights and Attitudes (p. 7) afferma che i Maestri nel Talmud (Niddà,16b) insegnano che quando un bambino nasce, l’angelo che si occupa dei neonati decide quale sarà la sua intelligenza, ricchezza e forza, ma non se sarà giusto o malvagio. Questo è lasciato alla decisione di ogni essere umano.

    R. Joseph Beer Soloveitchik (Belarus, 1903-1993, Boston) offre una diversa prospettiva riguardo al termine zèlem. Nel panegirico per rabbi Shubow di Boston affermò che la frase “L’uomo va in giro con un’immagine (zèlem)”, un’espressione presa dai Salmi (39:7), ci dà un’idea della natura dell’uomo. L’ebraismo parla di due persone in ogni individuo, due uomini che risiedono in ogni uomo. Per i suoi amici e conoscenti egli è un homo revelatus, accessibile e comprensibile e per nulla un enigma. L’individuo si rivela agli altri con la parola. Quello che dice riflette la sua personalità, la sua essenza. L’uomo è per di più un essere al quale Iddio ha donato la capacità di comunicare con altri e di farsi conoscere. Nella società l’uomo progetta un’immagine. Questa immagine è il zèlem.

    Tuttavia in ogni individuo risiede anche un homo absconditus. È un uomo nascosto che i suoi amici non conoscono e che anche i suoi famigliari ignorano. È l’uomo che abita nei profondi e inaccessibili recessi dell’anima umana. Un uomo che, come il suo Creatore, risiede in un abisso nel quale nessuno lo può conoscere. Homo absconditusrimane uno straniero nel mondo esterno.

    L’uomo va in giro con un’immagine. Zelèm rappresenta l’uomo che si comporta come milioni di altre persone.  Tuttavia dietro ad ogni zèlem vi è un individuo diverso da tutti gli altri.

    Quali sono gli attributi della personalità umana di Homo absconditus? Il salmista ne elenca tre: “Lo facesti poco minore degli angeli e lo circondasti di maestà (kavòd) e bellezza (hadàr)” (Salmi, 8:6). La prima caratteristica è il kavòd. All’interno della personalità umana vi è maestà e regalità. L’uomo pubblico homo revelatus può essere uno schiavo, umiliato e perseguitato. Homo absconditus, è un re. La seconda caratteristica è la bellezza (hadàr). L’essere umano è la più bella creatura sulla terra. La Torà parla più volte della bellezza umana, come nel caso di Rachel e di Yosef. La terza caratteristica è la qualità angelica nell’uomo. Nella Torà la parola cherùb, cherubino, denota una certa classe di angeli che assomigliano a dei bambini. Questa caratteristica angelica dell’uomo, l’immagine dell’uomo-bambino è forse la cosa più speciale che ci ha dato il Creatore. L’uomo matura ma il bambino in lui non sparisce. Continua a vedere il mondo con la curiosità di una bambino. L’uomo-bambino. Forse è per questo che nei frontespizi di molti libri ebraici appaiono dei cherubini!

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