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    IDEE - PENSIERO EBRAICO

    Ruth madre regale

    C’era una volta una donna moabita, che aveva un passato pieno di dubbi e un futuro pervaso di luce messianica. Questa è la presentazione che fa della profetessa Ruth, Elie Wiesel. Ruth, madre della stirpe reale.

    A Shavuot, il tempo in cui fu data la Torà ai piedi del Sinai, secondo la fonte riportata nel Trattato di Soferim (14,18) è un minag leggere la Meghillat Ruth. Scritta dal profeta Shemuel, per annotare la genealogia del re David. Nominato re con il consenso divino, nacque e morì lo stesso giorno, come gli tzaddikim. Era il 6 di sivan, Atzeret, per questo è giusto leggere il racconto delle sue origini a Shavuot. Lo Yalkut Shimonì spiega che tale lettura, viene ad insegnarci che, la Torà può entrare a far parte della nostra vita, soltanto con la sofferenza e l’afflizione. La storia avvenne nel periodo della raccolta dell’orzo, in prossimità del tempo della festa delle settimane. Presso il Sinai, il popolo ebraico assunse l’obbligo di adempiere a 606 mitzvot; oltre alle 7 leggi dei figli di Noach, che devono essere osservate da tutta l’umanità, per un totale di 613 precetti. Ruth ha valore numerico 606, come indicato dal Gaon di Vilna, lei meritava di accettare la Torah.

    L’ammonita e la moabita non entreranno nell’Assemblea di Dio, neppure alla decima generazione, per l’eternità. Perché non vi hanno accolti con pane ed acqua, quando siete usciti dall’Egitto (Devarim 23,5). I Maestri ci chiariranno in più momenti l’halacha: il divieto di sposare convertiti, originari della tribù di Moav, era valido solo per gli uomini. Le donne, solite in casa, non uscivano ad offrire viveri ai passanti. Ogni dubbio a riguardo sarà risolto, fino al momento della nascita del re David. Il più potente tra i re, il più saggio tra i saggi, il più umile tra i modesti, il più glorioso dei poeti che abbiano mai cantato lodi davanti a Dio. Figlio di Yishai, che, quando aveva già sei figli e due figlie, fu colto dal dubbio terribile, ma infondato, riguardo la legittimità del suo matrimonio. Forse lui era di origini moabite, come sua nonna Ruth? Il cammino del re, unto, David, doveva attraversare fasi di trepidazione e paura. Lastricato da profondità abissali: era stato straniero per i suoi fratelli, considerato illegittimo, un estraneo, poiché sospettavano l’infedeltà della madre. Raggiunse le sommità celesti. David era forte: capace di sopportare la sofferenza più di chiunque altro sulla terra. Per questo motivo, fu scelto, affinché potesse sostenere tutte le generazioni passate e future.

    Il libro di Ruth è stato scritto per insegnare la ricompensa della generosità. Rimasta vedova, decise di seguire sua suocera Noemi sopravvissuta al marito, ai figli, abbracciando la fede ebraica con una dichiarazione memorabile:” io andrò dove tu andrai, io dormirò dove tu dormirai, il tuo popolo è il mio popolo, il tuo Dio è il mio Dio, solo la morte ci separerà”. La carestia imperversava nel paese, al tempo dei Giudici. Elimelech e sua moglie Noemi, con i figli Maclon e Ghilion, lasciano la loro casa in Betlemme per recarsi nel paese dei moabiti. Il padre muore poco dopo l’arrivo; i due figli sposano due donne moabite. Muoiono i figli, dieci anni dopo. Noemi sola con il suo dolore, voleva tornare a casa in Giudea. La nuora Orpa (bis-bisnonna di Golia) resta. Mentre Ruth, pronuncia la sua dichiarazione d’amore per la sua nuova madre, per la sua nuova fede. Ruth è eccezionale e irreprensibile: tutti i suoi pensieri sono diretti a Dio. Figlia di Eglon, Re di Moav, potrebbe tornare a palazzo, ma preferisce la povertà, cercherà lavoro e supporterà la suocera.

    Andrà a spigolare in punta di piedi, nei campi di Boaz, secondo indicazione e desiderio di Noemi. Boaz, vecchio, prenderà il posto del riscattatore anonimo e diventerà il marito di Ruth. La loro felicità durerà poco; egli morirà il giorno delle nozze secondo il midrash. Dalla loro unione, nascerà Oved, padre di Yishai, padre di David.
    Il re che vive e vivrà per sempre.

    Nella storia ebraica non vi sono coincidenze, tutto fa parte dei disegni divini. Gli eventi sono collegati da una catena invisibile a prima vista, che il Creatore ha prodotto, per introdurre la luce nel mondo, passando attraverso il buio. La storia non è mai conclusa, dal male può nascere il bene, e il trionfo del male può essere solo provvisorio. E’ un momento oscuro, i tunnel per cui sono passati i nostri fratelli rapiti, simboleggiano le tenebre. Possa Hashem liberarli, liberarci dalle paure e illuminarci con fulgore.

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