
A pochi giorni dal devastante attacco missilistico iraniano che ha colpito il Weizmann Institute of Science, i ricercatori dell’istituto israeliano hanno pubblicato su Nature Medicine uno studio destinato a rivoluzionare la diagnosi precoce della leucemia e di altre patologie legate all’invecchiamento.
La nuova ricerca, guidata dal Prof. Liran Shlush insieme ai colleghi Prof. Amos Tanay, Dr. Nili Furer, Nimrod Rappoport e Oren Milman, introduce un innovativo test del sangue in grado di rilevare i primi segnali della sindrome mielodisplastica (MDS), una condizione che può evolvere in leucemia mieloide acuta. Il nuovo metodo potrebbe sostituire l’invasivo esame del midollo osseo, attualmente utilizzato per la diagnosi.
L’annuncio arriva in un momento drammatico per il prestigioso istituto, fondato nel 1934 dal primo presidente d’Israele, Chaim Weizmann. Il 15 giugno, i missili balistici lanciati dall’Iran hanno distrutto 45 laboratori, causando la perdita di anni — e in alcuni casi decenni — di ricerche scientifiche. “Non potremo tornare nei nostri laboratori per i prossimi anni” ha dichiarato il Prof. Shlush in un’intervista telefonica al Times of Israel. “Ma l’istituto ha allestito per noi una piccola stanza dove possiamo continuare, in qualche modo, il nostro lavoro”. La comunità scientifica internazionale ha risposto immediatamente con solidarietà e sostegno concreto. “Colleghi e amici da tutto il mondo ci hanno telefonato subito dopo l’attacco per offrirci il loro aiuto” ha aggiunto Shlush. “Ci sono davvero tante persone buone nel mondo”.
La ricerca si è concentrata sul comportamento delle cellule staminali ematopoietiche, responsabili della produzione del sangue. Il team ha scoperto che alcune di queste cellule, che occasionalmente migrano dal midollo osseo al sangue periferico, trasportano preziose informazioni diagnostiche. Fino ad oggi, la diagnosi della MDS richiedeva un esame invasivo e doloroso del midollo osseo, spesso temuto dai pazienti. Il nuovo test del sangue, invece, sfrutta il sequenziamento genetico a singola cellula per individuare mutazioni e segnali precoci della malattia in modo semplice, rapido e non invasivo.
“Questo studio ci porta in una direzione completamente nuova,” ha spiegato Shlush. “La vera sfida ora è capire come possiamo tradurre queste informazioni nella pratica clinica”. Durante l’analisi, il team ha osservato che le cellule staminali migranti agiscono come un vero e proprio orologio biologico, riflettendo il processo di invecchiamento del corpo. Ma la sorpresa è arrivata esaminando i dati in base al genere: negli uomini, i cambiamenti cellulari compaiono prima che nelle donne. “Sono rimasto sorpreso dalle differenze tra maschi e femmine in termini di invecchiamento” ha raccontato Shlush. “Potrebbe essere una delle ragioni per cui i tumori del sangue sono più comuni negli uomini”. Un’altra osservazione significativa riguarda la forte variabilità tra individui sani: anche tra persone in perfetta salute, la quantità di cellule staminali nel sangue può variare sensibilmente. “Dovremmo aspettarcelo: gli esseri umani sono molto diversi tra loro” ha sottolineato il ricercatore. “Ma questa variabilità è fondamentale. Se non si conosce la diversità nel sano, non si può definire ciò che è patologico”.
La scoperta è attualmente al centro di un trial clinico internazionale che coinvolge centri medici in Giappone, Taiwan, Canada e Stati Uniti. Nonostante la distruzione, l’Istituto ha dimostrato una straordinaria resilienza anche sul piano accademico. Solo due giorni dopo l’attacco, il Consiglio Europeo della Ricerca (ERC) ha annunciato i vincitori delle prestigiose Advanced Grants: delle 12 sovvenzioni assegnate a istituzioni israeliane, sei sono andate al Weizmann Institute, quattro delle quali nel campo delle scienze della vita.