Adi, la madre della soldatessa Noa Marciano, morta durante la sua prigionia a Gaza per mano di Hamas, ha parlato pubblicamente giovedì per la prima volta da quando è stata confermata la tragica morte di sua figlia. Gli ostaggi deportati a Gaza continuano ad essere ancora circa 240. “Sono qui per dire alle famiglie degli ostaggi, che siamo con voi. Combattiamo al vostro fianco per riportare tutte le persone detenute da Hamas a casa. Quando avrò terminato la shivà (settimana di lutto dopo la morte di un parente stretto), tornerò a Tel Aviv e scenderò in piazza assieme alle famiglie dei rapiti”, ha detto Adi Marciano in una dichiarazione ai media locali fuori casa sua. Una madre ferita dalla perdita della figlia, barbaramente stuprata e uccisa dai miliziani di Hamas, che non ha però perso la speranza per tutti gli altri israeliani tenuti in cattività dai terroristi.
“Voglio dire a voi, soldati delle Forze di Difesa Israeliane, che preghiamo per la vostra sicurezza ogni giorno. Siamo certi che state facendo di tutto per far tornare a casa gli ostaggi. Da quel terribile 7 ottobre, noi, famiglie degli ostaggi, siamo diventati una sola famiglia unita e forte” ha aggiunto Marciano. Sottolineando la richiesta al governo israeliano del corpo di sua figlia, che risulta ancora essere nelle mani dei terroristi di Hamas.
Noa Marciano, soldatessa dell’IDF è stata uccisa a 19 anni mentre prestava servizio accanto al kibbutz di Nahal Oz. Marciano faceva parte delle 240 persone rapite il 7 ottobre. Lunedì, Hamas ha pubblicato un suo video, un ennesimo tentativo di muovere una guerra non solo militare ma anche psicologica contro la società israeliana e tutto l’Occidente. Dopo la diffusione del video di Hamas, l’IDF ha confermato che Noa è morta mentre era ostaggio dei terroristi. Nel filmato diffuso dai terroristi si vedeva il corpo senza vita della giovane soldatessa.