
Si sono svolti oggi, al cimitero del Kibbutz Be’eri, i funerali di Yossi Sharabi, ostaggio israeliano assassinato durante la prigionia a Gaza, il cui corpo è stato restituito a Israele nella prima fase dell’accordo mediato dagli Stati Uniti. Sharabi era stato rapito vivo il 7 ottobre 2023 dalla sua casa insieme al compagno di sua figlia, Ofir Engel. Lascia la moglie Nira e le tre figlie Yuval, Ofir e Oren.
Secondo un’indagine dell’IDF, Sharabi sarebbe morto quando l’edificio in cui era detenuto è crollato in seguito a un bombardamento israeliano nelle vicinanze, mirato contro una struttura di Hamas utilizzata per pianificare un attacco.
Il corteo funebre è partito questa mattina alle 11:00 dalla Chevra Kadisha di Rishon Lezion, per poi dirigersi verso il cimitero di Be’eri, dove la cerimonia è iniziata alle 13:00. All’inizio della processione, i fratelli di Yossi, Sharon ed Eli Sharabi, hanno recitato il Kaddish, mentre la preghiera El Maleh Rachamim risuonava tra i presenti. Il direttore generale del Comune di Rishon Lezion ha letto un salmo, accompagnato dal raccoglimento dei familiari e dei numerosi cittadini accorsi per rendere omaggio. “C’è una forma di chiusura oggi, ma restano ancora 13 ostaggi uccisi che non sono tornati. Continueremo a lottare finché tutti non saranno riportati a casa” ha affermato Michal Zayitzov Reiss, responsabile del Team delle Famiglie degli Ostaggi, che è intervenuta durante la cerimonia.
In un messaggio pubblicato dopo l’annuncio del ritorno del corpo del fratello, Eli Sharabi, lui stesso sopravvissuto alla prigionia, ha scritto: “Yossi, fratello mio, la nostalgia è infinita, ma ciò che conta è che tu sia tornato per una sepoltura dignitosa nella nostra terra, nello Stato di Israele. Forse per me questa è la chiusura che sognavo, ma finché tutti i caduti non saranno riportati a casa, non ci fermeremo”.












