
Oggi, 5 agosto 2025, Ariel Bibas avrebbe dovuto spegnere sei candeline. Una torta, qualche palloncino arancione come i suoi capelli e una festa a tema Batman – il suo supereroe preferito – era tutto ciò che il piccolo Ariel avrebbe dovuto avere. Invece, oggi c’è solo il silenzio, quello assordante lasciato dalla sua assenza e da una ferita ancora aperta per lo Stato d’Israele e per tutto il mondo che ha seguito la sua triste storia.
Ariel è stato rapito da Hamas il 7 ottobre 2023 insieme alla madre Shiri, al fratellino di appena 9 mesi Kfir e al padre Yarden durante l’attacco al Kibbutz Nir Oz. Una famiglia intera strappata con violenza alla vita quotidiana del Kibbutz. Le immagini di Shiri, stretta ai suoi bambini, con gli occhi terrorizzati, sono diventate rapidamente uno dei simboli più strazianti di quel terribile 7 ottobre. Per mesi, Israele e tutto il mondo ebraico della diaspora hanno sperato, pregato, atteso il ritorno dei due fratellini e dei loro genitori. Ma la speranza si è infranta nel febbraio 2025, quando Hamas ha restituito i corpi senza vita di Ariel, Kfir e Shiri. Le autorità israeliane hanno confermato che i due fratellini sono stati uccisi in cattività, probabilmente nel novembre 2023, in circostanze di una brutalità inimmaginabile: “a mani nude”, secondo i rapporti dell’IDF, smentendo così la versione fornita da Hamas, secondo cui sarebbero morti sotto i bombardamenti israeliani.
Yarden, il padre, è l’unico sopravvissuto della famiglia Bibas. È tornato a casa dopo 484 giorni di prigionia, accolto da una nazione intera col fiato sospeso – ma anche dal vuoto lasciato dalla moglie e dai figli. Oggi, mentre Ariel avrebbe dovuto soffiare sulle sue cinque candeline, suo padre Yarden affronta l’insopportabile peso del ricordo. Sui social, amici, parenti e sconosciuti hanno acceso una candela virtuale. Alcuni hanno liberato in aria palloncini arancioni, il colore che nelle manifestazioni pubbliche ha rappresentato i bambini ostaggi. La pagina ufficiale dedicata alla famiglia Bibas ha scritto: “Pensate al suo dolce sorriso. Ariel era un bambino pieno di amore, che riusciva a sciogliere il cuore di chiunque. Oggi, nel giorno in cui avrebbe compiuto sei anni, onoriamo la sua memoria con piccoli gesti d’amore”.