
Dopo due anni segnati dalla prigionia, dalla paura e dall’incertezza, Matan Zangauker e Ilana Gritzewsky hanno scelto di guardare avanti. I due ex ostaggi, rapiti durante l’attacco del 7 ottobre 2023 al kibbutz Nir Oz, si sono fidanzati. A rendere pubblica la notizia è stata Einav Zangauker, madre di Matan e figura simbolo della mobilitazione per la liberazione degli ostaggi.
La foto, scattata in Florida davanti a un cartello con la scritta “Will you marry me?”, mostra la coppia mentre brinda. A corredo della fotografia, Einav ha scritto come questa proposta rappresenti la sua “immagine della vittoria”.
Il loro legame affonda le radici in uno dei giorni più drammatici della storia israeliana. Il 7 ottobre, mentre i terroristi facevano irruzione nel kibbutz, Matan e Ilana tentarono la fuga saltando dalla finestra della stanza protetta della loro casa, dividendosi e correndo in direzioni opposte. Fu l’ultima volta che si videro da persone libere.
Ilana venne catturata poco dopo. Racconterà in seguito di essere stata trascinata su una motocicletta, immobilizzata tra due uomini armati, con il volto coperto. Solo più tardi i suoi carcerieri le confermarono che anche il suo ragazzo era stato rapito.
Anche Matan fu portato a Gaza in motocicletta. In un’intervista televisiva ha descritto il suo arrivo, ricordando come “ bambini, donne e anziani schierati con bastoni, pietre e tubi mi colpivano mentre passavo”. Nei tunnel sotterranei vide il corpo senza vita di un soldato israeliano e venne minacciato che sarebbe “finito come lui”.
Durante la prigionia è stato spostato più volte, spesso nei tunnel, talvolta in isolamento. Pur essendo un civile, è stato trattato come un soldato, venendo picchiato, affamato e sottoposto a continue pressioni psicologiche.
Ilana è tornata libera nel novembre 2023, dopo circa due mesi di prigionia. Matan, però, ignorava che anche lei fosse stata rapita: credeva infatti che fosse riuscita a mettersi in salvo nascondendosi. Venne a conoscenza della realtà solo il giorno della sua liberazione, quando gli fu concesso di seguire le notizie in televisione.
«Ho provato sentimenti contrastanti, tra sofferenza e sollievo», ha raccontato. «Da un lato ho realizzato che anche la mia compagna aveva vissuto l’incubo del sequestro; dall’altro sapevo che era finalmente rientrata a casa, sana e salva».
Successivamente, Ilana ha denunciato di aver subito violenze sessuali durante il rapimento e la detenzione a Gaza.
Nel frattempo, in Israele, Einav Zangauker continuava a lottare per il ritorno a casa degli ostaggi. La sua determinazione arrivò fino ai tunnel di Gaza, quando, un giorno, un comandante dei rapitori chiese a Matan se fosse lui il figlio di Zangauker, affermando come la madre avesse messo il Paese sottosopra.
Matan è stato poi liberato il 13 ottobre 2025, insieme agli ultimi ostaggi vivi, nell’ambito di un fragile cessate il fuoco che ha posto fine a due anni di guerra. Oggi, con il loro fidanzamento, lui ed Ilana trasformano la loro storia in una vittoria personale, una promessa costruita sulla vita che continua nonostante il dolore vissuto.












