
Mentre l’opinione pubblica si concentra sui ruoli da combattimento più tradizionali, all’interno delle Forze di Difesa Israeliane (IDF) esistono posizioni meno note ma di cruciale importanza, oggi sempre più spesso occupate da donne. Dalla guerra elettronica all’addestramento al combattimento ravvicinato, questi incarichi dimostrano come le soldatesse israeliane siano ormai parte integrante anche delle unità più specializzate dell’esercito. Uno di questi ruoli è quello dell’istruttrice di droni, diventata fondamentale nell’attuale conflitto a Gaza. Queste soldatesse non solo conoscono a fondo le tecnologie più avanzate, ma insegnano anche a impiegarle in missioni reali, tra cui la ricognizione, l’individuazione di minacce e il supporto tattico alle truppe sul campo.
Allo stesso modo, le istruttrici di Krav Maga, trasmettono competenze essenziali per la sopravvivenza e l’autodifesa. Insegnano tecniche di combattimento corpo a corpo, disarmo e reazione rapida in scenari estremi, come rapimenti o attacchi improvvisi. Il corso di formazione, pur breve, è intensivo e punta alla padronanza tecnica e mentale. In scenari di addestramento, un ruolo altrettanto strategico è quello dell’operatrice di Hummer da combattimento, incaricata di guidare mezzi blindati durante esercitazioni complesse. Queste simulazioni, spesso notturne e in ambienti urbani, sono essenziali per preparare le unità combattenti a operare in situazioni di crisi.
Nell’IDF si è scelto inoltre di schierare sempre più donne nell’ambito della guerra elettronica, una sfera invisibile ma decisiva del conflitto moderno. Queste operatrici gestiscono sofisticati sistemi di difesa e attacco informatico: disturbano comunicazioni nemiche, neutralizzano droni e proteggono infrastrutture digitali. Durante l’attacco missilistico iraniano dell’aprile 2024, il loro intervento si è rivelato cruciale. Un’altra figura chiave è quella delle simulatrici del “Red Team”, che ricreano fedelmente tattiche, abiti e metodi del nemico per migliorare l’addestramento delle forze israeliane. Dotate di grande creatività e intuizione tattica, queste soldatesse si immergono nel ruolo dell’avversario per testare le reali capacità delle unità sul campo. Anche nel settore navale, non mancano le opportunità: oggi le donne possono diventare ufficiali della Marina israeliana, guidando imbarcazioni armate, coordinando l’equipaggio e gestendo i sistemi di difesa in mare aperto. Il percorso per arrivarci è lungo e impegnativo, e comprende anche una laurea e il prestigioso brevetto di ufficiale. Infine, ci sono le istruttrici di paracadutismo, che non solo accompagnano le truppe nei lanci, ma gestiscono tutta la fase di preparazione, dalla sicurezza all’aspetto psicologico. Addestrate in salti automatici e lanci ad alta quota, contribuiscono a costruire sicurezza e disciplina tra i soldati destinati a missioni speciali. In un contesto militare che continua a evolversi, queste sette posizioni dimostrano come le donne non siano più solo parte dell’esercito, ma protagoniste delle sue trasformazioni più strategiche.