
Un nuovo attentato terroristico ha insanguinato Gerusalemme nella mattinata di lunedì, quando due uomini armati hanno aperto il fuoco contro un autobus e contro i civili in attesa alla fermata di Ramot Junction, una delle arterie principali della città.
La sparatoria è avvenuta poco dopo le 10 e ha provocato scene di caos: vetri in frantumi, corpi riversi sull’asfalto e decine di persone in fuga alla ricerca di riparo. Un soldato fuori servizio e alcuni passanti armati hanno reagito immediatamente, uccidendo i due attentatori, originari dei villaggi di Al-Qubeiba e Qatanna, nei pressi di Ramallah, e armati di fucili artigianali “Carlo”.
Sul posto sono intervenute in pochi minuti le ambulanze del Magen David Adom, che hanno prestato soccorso a oltre venti feriti, sei dei quali in condizioni gravi, e hanno trasportato sacche di sangue agli ospedali Shaare Zedek e Hadassah.
Nonostante gli sforzi dei medici, sei persone hanno perso la vita. Levi Yitzhak Pash, 57 anni, era un volto noto del quartiere Bayit Vegan: lavorava come addetto alla manutenzione presso la Yeshiva Kol Torah, che lo ha ricordato come un uomo generoso, devoto allo studio e sempre pronto ad aiutare il prossimo. Yaakov Pinto, 25 anni, si era sposato di recente e aveva fatto l’aliyah dalla Spagna per costruire il proprio futuro in Israele. Yisrael Matzner, 28 anni, abitava a Gerusalemme ed era profondamente legato alla sua comunità. Yosef David, 43 anni, residente a Gerusalemme, è stato ucciso mentre si trovava alla fermata dell’autobus, diretto al kollel, con i suoi libri in mano. Il dottor Mordechai Steintzag, conosciuto come Dr. Mark, 79 anni, era una figura molto amata a Ramot e a Beit Shemesh, dove aveva fondato la “Dr. Mark’s Bakery”: medico di formazione e immigrato dagli Stati Uniti, aveva saputo coniugare impegno professionale e comunitario. Sarah Mendelson, 60 anni, era residente a Ramat Shlomo e membro attivo del movimento giovanile Bnei Akiva, dove ricopriva un ruolo di rilievo nel dipartimento finanziario dell’organizzazione.
Le testimonianze dei sopravvissuti raccontano l’orrore. Una passeggera dell’autobus della linea 62 ha parlato di “colpi come mai sentiti prima, la gente cadeva a terra una dopo l’altra”, mentre altri hanno ricordato che, nei primi istanti, le porte del mezzo non si aprivano, alimentando il panico.
Sul luogo dell’attacco sono giunti il primo ministro Benjamin Netanyahu e il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir. Netanyahu ha parlato di una “guerra totale al terrorismo su tutti i fronti”, promettendo una risposta dura. Nel frattempo le forze di sicurezza hanno chiuso temporaneamente gli accessi a Gerusalemme e circondato i villaggi di provenienza degli attentatori. Hamas e la Jihad islamica hanno elogiato l’attacco, definendolo una “risposta naturale” agli eventi di Gaza, pur senza rivendicarlo direttamente.