
Le parziali spoglie di tre corpi consegnate venerdì sera da Hamas a Israele tramite la Croce Rossa non appartengono ad alcun ostaggio israeliano. È quanto emerso sabato, al termine del processo di identificazione condotto dagli esperti dell’istituto forense Abu Kabir di Tel Aviv.
La consegna era stata comunicata dalle Brigate al-Qassam, che avevano dichiarato di aver fornito a Israele i resti di tre persone non identificate. Secondo il gruppo terroristico, era stato proposto di inviare soltanto campioni per una prima analisi, ma Israele avrebbe preteso di ricevere direttamente i corpi per gli accertamenti. Hamas ha motivato la consegna come un atto per “smentire le accuse del nemico”, senza però fornire ulteriori dettagli.
Finora non è arrivata una conferma o un commento ufficiale da parte del governo israeliano sul trasferimento, ma in più occasioni le autorità dello Stato ebraico hanno accusato Hamas di conoscere l’ubicazione della maggior parte delle salme degli ostaggi e di ritardarne intenzionalmente il recupero.
Attualmente, i corpi di 11 ostaggi israeliani rimangono ancora nelle mani di organizzazioni terroristiche nella Striscia. La restituzione segue una serie di trasferimenti parziali avvenuti negli ultimi giorni. Questa settimana, Hamas ha consegnato frammenti delle spoglie di Ofir Tzarfati, il cui corpo era stato in gran parte recuperato dall’IDF quasi due anni fa. Immagini dai droni militari mostravano uomini armati inscenare il ritrovamento prima della consegna — una messa in scena duramente condannata dalla famiglia Tzarfati, che ha parlato di “manipolazione”.
Giovedì sono stati invece restituiti i corpi di Amiram Cooper, 84 anni, e Sahar Baruch, 25, segnando la prima consegna dopo oltre una settimana di stallo. Resta però molta incertezza sui tempi della restituzione delle restanti salme: non è chiaro dove si trovino e quante di esse siano realmente nelle mani di Hamas.













