
Israele ha annunciato giovedì sera un’intensificazione della pressione su Hamas per ottenere la restituzione dei resti dei 19 ostaggi israeliani che non sono ancora stati riconsegnati, nonostante gli obblighi previsti dalla tregua siglata tra lo Stato ebraico e il gruppo terroristico palestinese.
La decisione arriva dopo che Hamas ha dichiarato che i nove corpi consegnati finora sarebbero “gli unici attualmente rintracciabili”, una versione che Israele contesta fermamente. Secondo un alto funzionario citato da Channel 12, Hamas “può restituire un numero a doppia cifra di corpi”, mentre per altri potrebbe essere necessario l’intervento di squadre di ricerca internazionali.
Secondo il Wall Street Journal, Israele ha informato i mediatori di essere certo che Hamas conosca il luogo in cui si trovano almeno altri sei corpi. Nelle ultime 24 ore una task force internazionale composta da operatori americani, turchi, egiziani e qatarioti è entrata nella Striscia per avviare le operazioni di ricerca, sulla base di coordinate precise fornite da Israele. Il Qatar ha già messo a disposizione macchinari e mezzi pesanti, mentre la Turchia ha inviato 81 membri della propria agenzia per la gestione delle emergenze (AFAD). Tuttavia, Israele continuerà a rifiutare l’ingresso nella Striscia della delegazione turca fino a quando Hamas non restituirà tutti i resti dei propri ostaggi deceduti che può consegnare, ha riferito giovedì un funzionario al Jerusalem Post. Secondo un’altra fonte, “c’è un gruppo di corpi che Hamas può restituire immediatamente, un altro di cui conosce la posizione ma per il quale servono attrezzature e assistenza, e infine alcuni che non sanno dove siano sepolti”.
Ieri il primo ministro Benjamin Netanyahu ha riunito i suoi più stretti consiglieri per discutere possibili azioni di pressione su Hamas, tra cui il blocco dei materiali per la ricostruzione di Gaza e il ritardo dell’apertura del valico di Rafah. Gal Hirsch, l’inviato speciale del governo per la questione degli ostaggi, ha assicurato alle famiglie che “la pressione aumenterà”, senza tuttavia rivelare dettagli. Israele definisce la mancata restituzione dei corpi “una grave violazione dell’accordo”. L’Egitto, pur esortando Hamas a rispettare gli impegni presi, ha chiesto a Gerusalemme di non aumentare ulteriormente la pressione in questa fase. Il Forum delle Famiglie degli Ostaggi ha chiesto al governo israeliano di non procedere con le fasi successive dell’accordo fintanto che non saranno restituiti tutti i corpi: “Ogni decisione che non garantisca il ritorno dei nostri cari è un abbandono dei civili israeliani”, si legge nella nota. Il ministro degli Esteri Gideon Sa’ar ha accusato Hamas di “voler guadagnare tempo” e ha definito il ritardo “una violazione estremamente grave”.
L’amministrazione statunitense ha adottato invece toni più cauti: “Riporteremo a casa tutti i corpi dei nostri cittadini e degli israeliani caduti. Ne sono certo”, ha dichiarato l’inviato speciale Steve Witkoff. Donald Trump, che ha negoziato il piano di pace per Gaza, ha espresso sostegno alle azioni israeliane: “Se Hamas non rispetterà l’accordo, Israele tornerà a combattere”, ha detto a CNN. Su Truth Social ha aggiunto: “Se Hamas continua a uccidere, non avremo altra scelta che intervenire”.