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    ISRAELE

    Israele investe nello spazio: “Access to Space” apre nuove prospettive per l’economia e la ricerca

    L’industria spaziale israeliana entra in una nuova fase di sviluppo con il lancio di “Access to Space”, un laboratorio nazionale di ricerca e sviluppo pensato per ridurre costi e complessità dell’accesso allo spazio per le aziende tecnologiche del Paese. L’iniziativa, annunciata la scorsa settimana dalla Israel Space Agency e dalla Israel Innovation Authority, rappresenta un passo concreto verso il rafforzamento dell’ecosistema spaziale israeliano.
    Il progetto sarà gestito da Creation Space e finanziato con 60 milioni di shekel, di cui 40 milioni provenienti da fondi pubblici. Il laboratorio offrirà servizi sovvenzionati per il testing, il lancio e le operazioni in orbita, garantendo sconti di almeno il 35% rispetto ai prezzi di mercato e supportando il lancio di almeno 15 payload sperimentali nei prossimi tre anni.
    Secondo la ministra dell’Innovazione, Scienza e Tecnologia Gila Gamliel, il nuovo laboratorio segna “una pietra miliare strategica per il settore spaziale israeliano”. “Oggi passiamo dalla pianificazione all’esecuzione – ha dichiarato – offrendo all’industria spaziale israeliana un ‘biglietto d’ingresso’ accessibile e sovvenzionato oltre l’atmosfera. Questo laboratorio fungerà da ponte critico tra idee di frontiera e tecnologie spaziali validate, rimuovendo barriere economiche e logistiche complesse”. Un investimento che, ha aggiunto, “riguarda direttamente il futuro economico e di sicurezza di Israele, garantendo che l’ingegno israeliano continui a guidare l’innovazione globale, anche nello spazio”.
    Sulla stessa linea il presidente della Israel Innovation Authority, Alon Stopel, che ha definito l’iniziativa “di importanza strategica per il Paese”. “Investire in infrastrutture che consentano il testing, la dimostrazione e il lancio di tecnologie avanzate – ha spiegato – rafforzerà il vantaggio competitivo di Israele, attirerà attività internazionali e permetterà anche alle start-up in fase iniziale di competere a livello globale”. Stopel ha ricordato come l’high-tech rappresenti il motore principale dell’economia israeliana. “Il settore tecnologico pesa per il 57% delle esportazioni e per il 20% del PIL, ma circa il 60% è concentrato in ambiti come cyber e fintech. Per continuare a crescere dobbiamo sviluppare nuovi pilastri, e lo spazio è uno dei più promettenti”. “Con Access to Space – ha aggiunto Stopel – vogliamo permettere a piccoli team israeliani di lavorare con stabilità e certezza, concentrandosi sulle tecnologie e non sull’infrastruttura”.
    Anche la presidente della Israel Space Agency, Shimrit Maman, ha sottolineato l’impatto concreto del programma. “L’iniziativa è stata progettata per affrontare i colli di bottiglia che impediscono alle aziende di arrivare alla fase di test in orbita”, ha spiegato. “Vogliamo liberare imprenditori e ricercatori da oneri infrastrutturali e logistici, permettendo loro di concentrarsi su ciò che conta davvero: sviluppare tecnologie dirompenti e dimostrarne la fattibilità reale nello spazio”.
    Il progetto si inserisce in una strategia nazionale più ampia avviata nel giugno 2025, quando il forum TELEM ha deciso di destinare un budget dedicato alle infrastrutture spaziali. Tra i partner figurano il Ministero dell’Innovazione, Scienza e Tecnologia, la Israel Innovation Authority, il Comitato per la Pianificazione e il Budget, la Direzione per la Ricerca e lo Sviluppo della Difesa e il Ministero delle Finanze.
    Israele fa già parte del ristretto gruppo di Paesi in grado di lanciare satelliti nello spazio, ma la competizione globale nel settore si è intensificata rapidamente. “Il gap con altri Paesi è soprattutto una questione di risorse – ha ammesso Stopel – non di conoscenze o capacità tecnologiche. Israele ha tutto ciò che serve: know-how, università di eccellenza e una forte industria. Ora stiamo intervenendo perché riconosciamo il divario e siamo determinati a colmarlo”.
    Con “Access to Space” l’obiettivo è chiaro: accelerare la commercializzazione delle tecnologie spaziali israeliane, rafforzare il legame tra ricerca e industria e posizionare Israele come hub globale dell’innovazione spaziale. Una scommessa che guarda lontano, oltre l’atmosfera, ma con solide radici nell’economia e nella visione strategica del Paese.

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