
Israele ha ufficialmente avviato la prima fase del gigantesco progetto della metropolitana di Tel Aviv, un’opera dal valore stimato di 65 miliardi di shekel (circa 20 miliardi di dollari). Si tratta dell’iniziativa infrastrutturale più ambiziosa mai intrapresa nel Paese, destinata a rivoluzionare la mobilità nell’area metropolitana.
La NTA Metropolitan Mass Transit System, insieme al Ministero dei Trasporti, ha annunciato l’apertura della fase di prequalifica per le aziende israeliane e internazionali interessate a partecipare ai futuri appalti di costruzione. I bandi ufficiali sono previsti per la fine del 2026, e almeno dieci società dovrebbero essere selezionate per la realizzazione delle prime tratte. Questa fase iniziale prevede la costruzione di 78 chilometri di tunnel gemelli e 59 stazioni sotterranee, che costituiranno il nucleo centrale delle tre linee principali della futura metropolitana. Le imprese candidate dovranno dimostrare solida esperienza tecnica, affidabilità finanziaria e capacità di rispettare tempi e standard di sicurezza elevatissimi.
Per lo scavo dei tunnel saranno impiegate circa 20 TBM (Tunnel Boring Machine) e oltre,25 milioni di segmenti in calcestruzzo. Si stima che il progetto richiederà circa 16.000 lavoratori, inclusi numerosi tecnici e ingegneri provenienti dall’estero. Tra le sfide più complesse figurano la gestione di 40 milioni di metri cubi di terra scavata, la costruzione di una centrale elettrica dedicata, l’assunzione di 18.000 lavoratori aggiuntivi e lo sviluppo di sette hub di trasporto multimodale per integrare metropolitana, treni e autobus.
Nonostante l’entusiasmo, il progetto deve affrontare vari ostacoli. Alcune imprese internazionali mostrano riluttanza a operare in Israele per motivi di sicurezza o timori di boicottaggi commerciali in altri mercati. Inoltre, la partecipazione delle aziende cinesi è ancora incerta, a causa del dibattito tra Israele e Stati Uniti riguardo alla presenza di imprese straniere in infrastrutture strategiche. Il progetto ha anche subito scossoni interni: il presidente dell’ente metropolitano, Uzi Yitzhaki, si è dimesso dopo appena cinque mesi, lasciando temporaneamente vacante una posizione chiave. Questa situazione rischia di rallentare la cooperazione tra governo, enti locali e società di servizi.
La conclusione ufficiale dell’intero progetto è stimata tra il 2037 e il 2040. Secondo il Ministro dei Trasporti, Miri Regev, l’inizio dei lavori rappresenta “un momento storico per Israele”, unendo “una grande sfida e una straordinaria opportunità di rinnovamento e crescita economica”. Il presidente della NTA, Yodfat Afek Arazi, ha definito l’iniziativa “una trasformazione del futuro del Paese” mentre il CEO Itamar Ben Meir l’ha descritta come “più di un progetto di trasporto: un vero motore sociale ed economico”. Una volta completata, la metropolitana di Tel Aviv comprenderà oltre 300 chilometri di linee e 109 stazioni sotterranee, collegando 24 municipalità dell’area metropolitana. Il sistema sarà in grado di gestire più di 600 milioni di viaggi l’anno (oltre 800 milioni considerando anche le linee leggere) e genererà un risparmio economico stimato di 34 miliardi di shekel annui — circa 9 miliardi di dollari — grazie alla riduzione del traffico, del tempo di percorrenza e dell’inquinamento.













