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    ISRAELE

    Meloni: “La Flotilla è un pretesto per far saltare la pace”. Pressing sul Parlamento per votare il piano Trump

    La premier Giorgia Meloni è intervenuta con toni decisi sul caso della Global Sumud Flotilla, il convoglio di circa 50 imbarcazioni con attivisti internazionali entrato questa notte nella “zona ad alto rischio”, a 150 miglia nautiche da Gaza. “La Flotilla – ha dichiarato – è un pretesto per far saltare la pace”.
    Secondo la premier, non si tratta di un gesto umanitario isolato, ma di una provocazione con il rischio di innescare incidenti e compromettere un fragile equilibrio diplomatico. “Non possiamo permettere che iniziative strumentali compromettano un percorso che finalmente può portare alla fine delle ostilità”, ha ribadito, inserendo la vicenda in un quadro politico più ampio: la difesa del piano Trump, che secondo Meloni rappresenta “l’unica speranza concreta per fermare la guerra e porre fine alla sofferenza dei civili palestinesi”.
    Anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha lanciato un appello all’unità: “Non dividiamoci sulla pace, il piano Trump è l’unica strada per avviare una soluzione”. Stessa linea dal ministro della Difesa Guido Crosetto, che avverte sul rischio di escalation e sottolinea che gli aiuti umanitari devono essere consegnati attraverso canali sicuri, “come il Patriarcato latino, non con operazioni che possono degenerare in incidenti”.
    La fregata italiana Alpino, impegnata nel Mediterraneo orientale, da stanotte non scorta più la flottiglia, ma resterà pronta a intervenire in caso di emergenze che coinvolgano cittadini italiani.
    Sul fronte politico interno, Carlo Calenda propone un voto unitario in Parlamento sul piano Trump. Dal Partito Democratico arrivano segnali di apertura, pur con critiche legate al riconoscimento dello Stato palestinese; il Movimento 5 Stelle parla di “spiraglio”, mentre Alleanza Verdi e Sinistra boccia il piano definendolo “colonialista e suprematista”.
    Le dichiarazioni della premier si intrecciano con la linea di Israele, che prepara l’intercettazione delle navi accusando gli organizzatori di legami con Hamas. Meloni non si è espressa direttamente su questo punto, ma la vicenda rafforza l’idea che la Flotilla non sia solo una missione umanitaria.
    Nella giornata di ieri, l’IDF ha diffuso documenti che accusano la Flotilla di ricevere finanziamenti da Hamas tramite la PCPA (Palestinian Conference for Palestinians Abroad), un network internazionale con sedi in Libano e in Europa. Tra i promotori citati figurano attivisti storici delle flottiglie, come Zaher Birawi nel Regno Unito e Saif Abu Kashk in Spagna.
    Sul piano operativo, la marina israeliana si prepara a intercettare le imbarcazioni con i commando Shayetet 13, con l’obiettivo di fermare le navi prima che entrino nelle acque di Gaza, trasferire gli attivisti al porto di Ashdod e procedere con l’espulsione. Alcune barche potrebbero essere affondate dopo il sequestro.

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