
Un vasto database digitale dei manoscritti della Geniza del Cairo, una raccolta unica al mondo, che conserva oltre mille anni di documenti della vita ebraica, è al centro di un progetto che punta a rivoluzionare la ricerca accademica.
Scoperta alla fine dell’Ottocento nel sinagoga Ben Ezra del Cairo, questa Geniza è la raccolta il più grande raccolta di documenti ebraici medievali mai rinvenuto: più di 400.000 frammenti e testi in ebraico, arabo, aramaico e yiddish, scritti con stili calligrafici molto diversi e appartenenti a epoche differenti. Nonostante oltre un secolo di studi, solo una minima parte è stata realmente analizzata in profondità. Molti documenti sono solo frammenti disordinati, altri non sono mai stati catalogati, e appena il 10% dispone di una trascrizione completa.
Oggi, però, questo scenario potrebbe cambiare radicalmente. Il progetto MiDRASH, finanziato dall’European Research Council e basato sul database digitale della Biblioteca Nazionale d’Israele, sta sviluppando un sistema avanzato di riconoscimento e trascrizione automatica attraverso l’intelligenza artificiale. L’obiettivo: rendere accessibile e ricostruibile un patrimonio rimasto in gran parte inesplorato.
“Cerchiamo continuamente di migliorare la capacità delle macchine di decifrare le scritture antiche”, spiega Daniel Stokl Ben Ezra dell’École Pratique des Hautes Études di Parigi, uno dei principali ricercatori del progetto. L’intelligenza artificiale viene addestrata a riconoscere lettere, parole e stili grafici estremamente diversi, restituendo trascrizioni che gli studiosi revisionano per aumentarne ulteriormente l’accuratezza.
Grazie all’AI non solo sarà possibile leggere e catalogare molto più rapidamente i testi, ma anche mettere in relazione nomi, luoghi e formule linguistiche, ricostruendo documenti frammentati o storie familiari interrotte. “Le moderne possibilità di traduzione sono incredibilmente avanzate, e combinare tutto questo rende il materiale più accessibile anche a lettori non specialisti”, aggiunge Stokl Ben Ezra. Tra i documenti già trascritti spicca una lettera yiddish del XVI secolo: Rachel, vedova di Gerusalemme, scrive al figlio in Egitto, mentre lui risponde annotando ai margini del foglio i tentativi di sopravvivere a una peste che colpisce il Cairo.
La Geniza del Cairo si formò nei secoli come deposito rituale della sinagoga, destinato a conservare documenti ritenuti sacri o importanti fino alla loro futura sepoltura. L’atmosfera secca del locale li ha preservati sorprendentemente bene, trasformandoli in un archivio vivente della storia ebraica.
Durante il Medioevo, il Cairo fu una delle capitali culturali e commerciali del mondo, superando città come Damasco e Baghdad. Qui vissero comunità ebraiche fiorenti, arricchite anche dall’arrivo di profughi dalla Spagna dopo la Reconquista cristiana. Tra i fedeli della sinagoga Ben Ezra vi fu anche Maimonide, filosofo e medico della famiglia di Saladino.
La vastità del materiale, però, ha sempre reso impossibile una ricostruzione completa. Molti documenti sono stati studiati singolarmente, senza la possibilità di incrociare dati a grande scala. Ora, l’intelligenza artificiale potrebbe colmare definitivamente questo vuoto.
“La possibilità di ricostruire una sorta di Facebook del Medioevo è davanti ai nostri occhi”, afferma Stokl Ben Ezra. Grazie al riconoscimento dei nomi e alla ricomposizione dei frammenti, diventa infatti possibile seguire le tracce di persone reali, di famiglie, di reti commerciali e spirituali che per secoli hanno attraversato il mondo ebraico e non solo.
Il risultato, se il progetto continuerà a procedere con la stessa rapidità, potrebbe essere una rivoluzione paragonabile alla scoperta della Geniza stessa. Una nuova luce su un patrimonio storico immenso, che l’intelligenza artificiale può finalmente riportare alla vita.













