
Sirene antiaeree in funzione in Israele per il rilevamento di missili lanciati dall’Iran, come ha riferito l’IDF (Forze di Difesa Israeliane). Dapprima nell’area settentrionale, per poi estendersi poco dopo anche alle regioni centrali e meridionali del Paese, a cui ha fatto seguito un secondo lancio sul nord e sul sud. Secondo un comunicato ufficiale, numerosi missili sono stati individuati mentre puntavano verso il territorio israeliano: l’Aeronautica Militare ha prontamente avviato le operazioni d’intercettazione. Le autorità hanno ammonito che “la difesa non è ermetica”, invitando la popolazione a seguire le direttive del Comando della Frontiera Interna. Non sono stati riportati danni o feriti al momento.
Nelle stesse ore, i droni israeliani hanno attaccato sei basi in Iran, abbattendo 15 velivoli da combattimento (F‑14, F‑5 e AH‑1) e un aereo per il rifornimento in volo, causando danni a piste, hangar sotterranei e altre infrastrutture. La missione ha mirato a ridurre la capacità di lancio aereo iraniana. Di notte, circa 20 caccia israeliani hanno sganciato oltre 30 bombe di precisione su obiettivi militari in Iran Occidentale e a Teheran. A Kermanshah sono stati colpiti siti di lancio missilistici e infrastrutture radar; sempre a Teheran è stato distrutto un lanciatore SAM (surface-to-air missile).
Un’altra raffica ha interessato Kermanshah lunedì mattina, con oltre 15 aerei israeliani: obiettivo principale, ancora, siti di supporto missilistico. L’attacco a Teheran ha eliminato una batteria avanzata di difesa aerea – localizzata in un hangar sotterraneo – strategica per mantenere il controllo aereo nella fase finale dell’Operazione “Rising Lion”. Secondo fonti iraniane, 10 membri dei Guardiani della Rivoluzione sarebbero morti in un raid a Yazd domenica. Infine, è stato lanciato un missile balistico verso il centro di Israele: l’IDF dichiara di averlo intercettato e non risultano vittime o danni, secondo il servizio nazionale di emergenza Magen David Adom.