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    ISRAELE

    ‘Salmi’: la parola più cercata su Google durante l’attacco iraniano in Israele

    Durante l’attacco iraniano, avvenuto sabato notte, le ricerche più popolari di Google in Israele sono state: “notizie”, “attacco missilistico iraniano” e la più cliccata in assoluto: “Salmi”.
    La ricerca della parola “Salmi” è aumentata notevolmente, non appena sono arrivate le prime notizie dell’attacco di droni e missili iraniani e ha raggiunto l’apice verso l’una e quarantotto minuti (ora israeliana).
    Sono dunque moltissimi gli israeliani che hanno cercato di impeto la parola “Tehillim” su Google, scritta maggiormente in ebraico, ma anche in inglese. Un gesto indicativo di come gli israeliani fossero in cerca di conforto e forza spirituale in mezzo all’incertezza. Inoltre, anche le ricerche di “Tikkun HaKlali”, i dieci Salmi associati al rabbino Nachman di Breslov, hanno visto un notevole aumento delle ricerche Google. Nonostante l’assalto mirato dell’Iran, grazie all’Iron Dome, il sofisticato sistema di difesa israeliano, i danni sono stati minimi. Non sorprende però che nei momenti di paura, molti si siano rivolti alla fede attraverso i Salmi, attribuiti al re David, in cerca anch’esso di conforto e protezione divina.
    Perché rivolgersi specificamente ai Salmi in tempi di crisi, in mezzo ad una ricca varietà di testi biblici? Il rabbino David Stav, capo dell’Organizzazione Rabbinica ‘Tzohar’ ha spiegato che “i Salmi consistono, in gran parte, in espressioni di gratitudine per la salvezza e preghiere per la liberazione dall’angoscia. Pochi testi nella Bibbia affrontano la richiesta di liberazione da parte degli inseguitori con fervore come i Salmi. In effetti, gran parte della nostra liturgia di preghiera si basa su versetti dei Salmi, sottolineando la sua rilevanza nei momenti di bisogno” ha sottolineato il Rabbino.
    In sostanza, quando si cerca conforto nella preghiera durante i periodi di crisi, rivolgersi ai Salmi è sia logico che profondamente radicato nella tradizione ebraica.
    Il rabbino Stav ha aggiunto poi che “il re David proclamò che coloro che avrebbero recitato i Salmi, sarebbero stati considerati come se avessero studiato la Torah. Mentre lo studio della Torah è molto stimato, c’è una halacha che vieta la ricerca di guarigione attraverso lo studio di essa, poiché la Torah dovrebbe essere studiata per il gusto di apprendimento, non per scopi di guarigione. Maimonide e Rashba menzionarono i Salmi come un libro utilizzato per scopi di guarigione. Negli ultimi 200 anni, i Salmi hanno ricevuto sempre più importanza” conclude Stav. Secondo invece la Cabala, i Salmi non dovrebbero essere letti di notte ma solo durante il giorno. Tuttavia, il rabbino Stav chiarisce che nei casi di grande necessità, i Salmi possono essere recitati anche di notte. Esattamente come è avvenuto sabato notte.

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