
Un ritrovamento archeologico unico è emerso nel sud di Israele, dove gli esperti hanno portato alla luce un’officina per la produzione di lame in selce risalente a 5.500 anni fa, un periodo corrispondente all’inizio dell’Età del Bronzo Antico. La scoperta è avvenuta nei pressi di Kiryat Gat, durante scavi di salvataggio condotti a Nahal Komem, in vista della realizzazione del nuovo quartiere di Karmi Gat.
Secondo quanto riferito dall’Autorità per le Antichità di Israele, l’officina rappresenta “la prima scoperta di un sito produttivo di questo tipo nell’area meridionale”. Come hanno anche affermato i direttori degli scavi, Dr. Martin-David Pasternak, Shira Lifshitz e Natan Ben-Ari, “anche se esistono testimonianze della produzione di lame cananee nelle regioni centrali e settentrionali di Israele, officine strutturate in modo così organizzato sono estremamente rare”.
L’officina mostrava un notevole livello di competenza tecnologica. Sono stati ritrovati lunghi coltelli di selce dalla forma straordinariamente regolare e affilata, insieme ai rari nuclei di selce da cui venivano ricavati. Gli archeologi spiegano che la lavorazione avveniva con un meccanismo simile a quello di una leva, in grado di esercitare una pressione molto precisa sulla pietra, una tecnica altamente evoluta per l’epoca.
“Solo pochissime persone possedevano le competenze necessarie per creare queste lame” hanno sottolineato i preistorici Dr. Kobi Vardi e Dudu Biton. “Questo dimostra che già in quel periodo la società locale era ben strutturata, con una chiara divisione dei ruoli e un alto livello di specializzazione”.
Oltre agli strumenti, anche l’organizzazione del sito sorprende: l’insediamento, attivo per diversi secoli, dal periodo Calcolitico fino all’Età del Bronzo Antico, si estendeva su un’area di oltre 500 metri e comprendeva centinaia di fosse sotterranee. Alcune di queste erano rivestite in mattoni crudi e venivano usate come abitazioni, magazzini, laboratori artigianali o spazi rituali.
Nel contesto dell’Età del Bronzo, strumenti in materiali naturali come selce, osso, pietra e ceramica erano fondamentali per la vita quotidiana. Le lame cananee, in particolare, erano i principali utensili da taglio usati per la macellazione, la raccolta e la lavorazione dei materiali. La presenza di un centro produttivo di tale portata lascia ipotizzare che queste lame venissero distribuite anche in altre aree del Levante, conferendo al sito un’importanza strategica su scala regionale.
“La scoperta di questa officina non solo getta nuova luce sulla tecnologia dell’epoca,” concludono i responsabili degli scavi, “ma rivela anche una società già articolata e urbanizzata, in grado di sostenere una produzione specializzata e complessa fin dalle fasi iniziali dell’Età del Bronzo”.
Il sito sarà aperto al pubblico entro la fine dell’estate, offrendo un’opportunità unica per osservare da vicino una testimonianza concreta dei primi sviluppi della civiltà urbana dell’area.