
Michelle Rukovicin, considerata fra le israeliane rimaste più gravemente ferite durante gli attacchi del 7 ottobre, ha sposato martedì il suo fidanzato dopo cinque anni di relazione. Il tutto dopo essersi risvegliata da un coma farmacologico e dopo una lunga riabilitazione.
Difendendo la base di Kissufim dagli attacchi di Hamas, Michelle è stata colpita sette volte, ferita da schegge di granata e lasciata sanguinare per 14 ore all’interno di un rifugio antiaereo, secondo quanto riporta The Jewish Chronicle. I medici l’avevano mantenuta in coma per tre mesi, avvertendo la famiglia che probabilmente non si sarebbe risvegliata né avrebbe potuto camminare. Contro ogni previsione, Rukovicin ha riacquistato coscienza e ha affrontato un percorso di riabilitazione intenso, giurandosi che un giorno avrebbe camminato fino alla chupah con le proprie gambe: “Camminerò fino alla chupah con i miei piedi” aveva detto.
Martedì sera, a quasi due anni dalla strage, ha indossato un abito da sposa bianco e, sostenuta dai suoi genitori, è riuscita a camminare lentamente verso il baldacchino nuziale. Intervistata dai media israeliani, Michelle ha detto: “La mia famiglia, il mio fidanzato e i miei migliori amici sono stati essenziali per la mia guarigione. Mio marito veniva ogni giorno. Per le persone che mi sono state vicino, non potevo permettermi di non essere forte – ha commentato – Quando comprendi il rischio di morire, acquisti una prospettiva diversa. Vuoi vedere di più, sperimentare di più e apprezzare ogni cosa. Capisci che la vita può finire in un istante. I progetti che avevo prima erano belli, ma ora voglio solo godermi la vita. È ciò che merito” ha concluso.