
Tani Jacobs ha solo sei anni, ma in pochi mesi è riuscito a trasformare il suo asilo di Gerusalemme in un punto di ritrovo per giovani scacchisti, un laboratorio di strategia e pensiero critico. Quello che è iniziato come un semplice gioco portato da casa è ad oggi diventato un fenomeno che ora ispira un progetto educativo in tutta la città.
Quando Tani entrò in classe con una scacchiera nello zaino, era incerto su come avrebbero reagito i compagni. Con il sostegno della maestra Raheli Greenberg trovò il coraggio di presentare il gioco, e da quel momento la curiosità dei bambini fece il resto.
Tani si era avvicinato agli scacchi per incanalare la propria energia, ma il gioco lo conquistò subito. Il talento non tardò a farsi notare quando al campionato nazionale estivo under 6 ha conquistato un brillante quarto posto. Ha partecipato anche a tornei destinati a bambini di otto e dieci anni, rappresentando il club “Yeru-Chess” e dimostrando che la strategia non ha età.
“Amo pensare alle mosse, vincere e imparare cose nuove sul gioco”. Tani racconta comesolo uno tra i suoi compagni conosceva le regole, mentre gli altri imitavano le mosse senza comprenderle.
“All’inizio tutti volevano giocare contro di me. Poi, imparando a giocare, hanno iniziato a sfidarsi tra loro e io aiutavo chi ne aveva più bisogno”, spiega. Con il tempo, alcuni sono diventati ottimi giocatori, arrivando addirittura a pareggiare con il giovane scacchista.
Dopo ogni torneo, Tani portava le medaglie in classe, lasciando che fossero i compagni a indossarle. Un gesto semplice che racconta la gioia di condividere. “È stato molto divertente insegnare gli scacchi ai miei amici, e sono entusiasta di iniziare la prima elementare e giocare con altri”, aggiunge.
La storia di Tani ha ispirato anche la nascita di “Yeru-Chess”, un programma educativo che porterà gli scacchi in decine di scuole dell’infanzia di Gerusalemme. L’iniziativa, guidata da Alon Cohen, fondatore e CEO del club Yeru-Chess, è pensata per bambini dai 3 ai 5 anni e punta a insegnare gli scacchi con un approccio creativo e divertente.
Il metodo? Movimento, narrazione, giochi, grandi e piccole scacchiere, sfide di gruppo. Per farlo le maestre riceveranno una formazione completa con coaching personalizzato, osservazioni guidate, workshop e strumenti dedicati come scacchiere giganti e kit interattivi.
Anche il sindaco di Gerusalemme, Moshe Lion, ha sottolineato l’importanza del progetto: “Gli scacchi non sono solo un gioco, ma un potente strumento educativo che può sviluppare capacità di pensiero avanzate fin dalla tenera età”.
Grazie a un bambino curioso e a una città pronta ad accogliere nuove iniziative, Gerusalemme si prepara a crescere una generazione di piccoli strateghi.
E pensare che tutto è iniziato da una scacchiera in un’aula d’asilo.