
In Israele, circa 400 donne haredi (ultraortodosse) stanno ridefinendo il ruolo femminile nelle forze armate, lavorando in unità tecnologiche d’élite dell’IDF come civili con autorizzazioni di sicurezza di alto livello. Queste donne, laureate in ingegneria informatica presso istituti haredi, sono impiegate in progetti avanzati che contribuiscono direttamente alla sicurezza nazionale, mantenendo al contempo la loro osservanza religiosa.
Un esempio emblematico è H., 23 anni, residente a Ramla e laureata in ingegneria del software. Attraverso il progetto “Hadassim”, promosso dall’organizzazione Atidah in collaborazione con l’establishment della difesa, H. lavora nell’unità Yiftach dell’IDF, sviluppando strumenti tecnologici come droni e algoritmi avanzati per proteggere i soldati sul campo. Il suo lavoro include lo sviluppo del drone “Karnaf”, che consente operazioni a distanza in aree ostili, riducendo i rischi per le truppe.
Il progetto “Hadassim” prepara le partecipanti con mesi di formazione per colmare il divario tra gli studi accademici e le esigenze operative dell’IDF. Le donne vengono integrate in unità come l’Ofek 324 dell’Aeronautica, l’Unità 8200 del Corpo di Intelligence e altre divisioni tecnologiche. In alcuni casi, proseguono la loro carriera come dipendenti ufficiali delle unità, sempre in qualità di civili.
Secondo il tenente colonnello (ris.) Keren Pinto, rappresentante dell’IDF per il progetto, si prevede che il numero di partecipanti aumenterà a 500 entro l’anno prossimo. Il programma garantisce che le condizioni di lavoro rispettino lo stile di vita haredi, permettendo alle donne di contribuire significativamente alla difesa del Paese senza compromettere i loro valori religiosi. Questa iniziativa rappresenta un cambiamento significativo nella società israeliana, dimostrando la possibilità di conciliare fede e servizio alla nazione attraverso l’innovazione tecnologica e l’impegno civico.